Più volte su questo Blog ho scritto che non sono un uomo da alternative radicali. Ho sempre pensato che l’aut aut sia riduzione di complessità ingiustificata, creata da chi non ha la fantasia di scoprire alternative diverse, le cosiddette terze vie, che senza scegliere l’uno e buttare al mare quell’altro riescono a contemperare le cose e gli obiettivi, salvando capra e cavoli. L’individuazione delle terze vie è un processo di vera e propria creazione delle cose: laddove la realtà ti pone di fronte un bivio, una strada a destra ed una a sinistra, il nostro spirito di intraprendenza a volte riesce a scovare un percorso diverso, che aggira l’ostacolo e quindi se lo lascia alle spalle.
E’ una strada faticosa, che richiede impegno, oltre che fantasia. E soprattutto richiede lungimiranza, perché la terza via spesso va creata prima di arrivare al bivio decisivo. Bisogna prevenire le situazioni per non arrivare poi al famoso giochino “chi butti giù dalla torre, mamma o papà”? Perché con domande come quelle non c’è una risposta esatta. Ad essere sbagliata è la domanda.
Resta il fatto però che ci sono situazioni in cui questo processo è davvero impossibile. Non sei stato bravo a prevedere le conseguenze, il destino cinico e baro ha indirizzato gli eventi in una certo modo, le circostanze della vita, nonostante tu ce l’abbia messa tutta, ti hanno portato lì. Sta di fatto che ora sei davanti ad un incrocio, un’alternativa senza possibilità di aggiramenti. E devi scegliere.
Io una capatina in Portogallo la farei volentieri… ma, certo, a Cuba il clima è più caldo e la musica migliore, a mio avviso.
Australia?
La premessa del tema è che il mio voto alle ultime politiche è stato il forse il più inutile che si potesse dare.
Svolgimento: Io che non sono un’attenta e fine analista politica, se mi metto nei panni di chi ha votato cinque stelle in quanto paladini dell’intransigenza e del rigore morale e ora se li ritrova li a contrattare con la lega, sarei incazzata come una iena.
Conclusione: a pensare al giorno in si andrà a scegliere tra l’uno e l’altro, rabbrividisco. Ci si vede a Cuba?
Daje!
Io sto in Australia ma vi posso assicurare che non cambia nulla… Il senso di schifo arriva intatto anche agli antipodi!
Ecco, in effetti l’Australia potrebbe essere un’altra alternativa!
Mi sa che così toccherà fare!