Il mondo cambia, quelli che restano uguali siamo noi

Prima osservazione. Ieri pomeriggio, dopo aver comprato la mia quota settimanale di fumetti (la Marvel sta tirando fuori le serie più belle dei supereroi degli anni 70…cose da non perdere per appassionati come me) parlavo con il mio amico giornalaio. Mi spiegava che ormai i fumetti, sia quelli Marvel, sia quelli Bonelli, vengono comprati e quindi letti esclusivamente da persone della mia età o anche più grandi. In effetti non ho mai visto i miei figli con un fumetto in mano e sì che in casa ne girano parecchi.

Seconda osservazione. Questa settimana ho fatto gli esami del sangue e sono dovuto andare dal dentista (non potrò più dire “mai avuto carie in vita mia”, come diceva una vecchia pubblicità, comunque fino a 52 anni ci sono arrivato!). Queste due cose da ragazzino mi avrebbero terrorizzato: probabilmente si sarebbero battute il primo ed il secondo posto fra le mie paure più grandi. Devo ammettere che dal dentista non ho sentito assolutamente nulla e anche il prelievo non è stato nulla di ché. A parte che quando sono entrato nel laboratorio devo aver avuto una faccia che era tutto un programma:

  • “è nervoso?”,
  • “mah, un pochino…l’importante è che non guardi, il sangue mi dà un po’ fastidio”
  • “se vuole non guardo neanche io”

Ecco, ci mancava pure la dottoressa spiritosa, per farmi sentire più minchione di quello che sono. Però, insomma, a parte la dottoressa perculeggiatrice, un laboratorio di analisi e il dentista continuano ad essere posti che preferirei di gran lunga non frequentare.

Terza osservazione. Fra un mesetto festeggeremo il 50 della mia scuola elementare, come ex alunno sono stato intervistato dai bambini di un attuale quarta. Tornare fra quelle aule mi convince sempre più che quello è stato il periodo più bello della mia vita.

Tre indizi fanno una prova e così sono arrivato alla frase un po’ apodittica del titolo del post. Continuo ad amare quello che mi piaceva quando ero poco più di un bambino. E non solo i fumetti: una palla che rotola su un prato mi fa lo stesso effetto di 40 anni fa, prendo lo stesso gusto di gelato, ascolto la stessa musica e continuo ad avere un adorazione per la comicità di Stanlio & Ollio. Nello stesso tempo continuo a non sopportare quello che odiavo allora. E non solo il dentista. Anche i presuntuosi, i prepotenti e quelli che si approfittano della buona fede delle persone. Per non parlare dei (fortunatamente non così frequenti) successi calcistici dei cuginastri giallorossi.

Nel profondo di me stesso sono quello che ero, mentre il mondo intorno a me è cambiato radicalmente. O forse proprio per questo. Chissà, magari queste due cose non sono così separate. “Tutto cambia perché tutto resti uguale”. Il gattopardo voleva dirci (anche) questo? O forse aveva ragione Nietzsche che la vita in realtà è un percorso per diventare quello che si è.

19 thoughts on “Il mondo cambia, quelli che restano uguali siamo noi

  1. in realtà, da trentenne posso dirti che io “gli albi” li continuo a comprare e li ho sempre comprati da quando mi ricordo. peccato che i tuoi figli non ne leggano, io ho iniziato perché i miei genitori erano lettori Bonelli e questo poi mi ha acceso la curiosità sul tema.
    io ho ancora gli stessi interessi di 15 anni fa, ma a me dicono che la mia è una generazione di eterni adolescenti.

  2. Abbiamo già chiarito che preferisco Zagor Te-nay, lo spirito con la scure. Ho un debole per Dylan Dog e nutro un’insana passione per Corto Maltese ma… dammi i fumetti disegnati da Milo Manara e sarò tua per la vita. Che dire ancora? Non temo i prelievi ma considero il dentista peggio della Vergine di Norimberga.
    Il mondo cambia, siamo noi che restiamo uguali? Evidentemente il buon Dio, al momento della creazione si è dimenticato di installare gli aggiornamenti. ..

  3. Ho praticamente la tua età e amo ancora così tanto quello che amavo un tempo che sono arrivata a “ricomprarmi” la mia casa di infanzia, adesso la ristrutturo e poi ci torno ad abitare e poche cose mi hanno reso altrettanto felice… in mezzo mille peregrinazioni, certo, ma poi forse “a una certa” si va a cercare proprio le certezze che ci fanno DAVVERO bene…. come un buon fumetto… GRAZIE!

  4. Come ti capisco! Ritornare ad abitare a Montesacro, quartiere dove sono nato e cresciuto, è stata la cosa che mi ha dato più soddisfazione negli ultimi dieci anni.

  5. Pingback: Quanto dura il sole a mezzogiorno | Viaggi Ermeneutici

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