La foto dei due emigranti messicani, padre e figlio, morti annegati in un abbraccio disperato, nel tentativo di entrare negli Stati Uniti, sta facendo il giro del mondo. Probabilmente, al pari di altre prima di questa, diventerà un’immagine emblematica, per indicare il dramma dei tanti immigrati che perdono la vita per fuggire dalla fame e dalla miseria, inseguendo un sogno di felicità.
E se da una parte non siamo ancora così cinici e anestetizzati al dolore altrui per rimanere indifferenti di fronte a drammi come questi, dall’altra invece siamo ormai abituati ai teatrini di casa nostra, in cui ci si fa forti con gli slogan ed i proclami, si gioca sulla pelle di altri poveretti, per accaparrarsi qualche voto in più o forse semplicemente per distrarre l’opinione pubblica di fronte al disastro economico a cui ci stanno portando questi incompetenti che ci governano.
La vicenda della Sea Watch è anch’essa esemplificativa: rendere 42 poveretti una minaccia alla sicurezza nazionale potrebbe essere addirittura umoristico, se non fosse tragico. Certo, restare al largo di Lampedusa per 14 giorni non mi era sembrata la scelta migliore per quei 42, quanto piuttosto l’espediente necessario per attirare l’attenzione dell’opinione pubblica, fino al colpo di teatro finale, con lo sbarco illegale strombazzato ai quattro venti. Insomma, ho sempre più forte la sensazione che che sulla pelle di quei 42 si stia giocando una partita, in cui ognuno ha un ruolo, un personaggio da interpretare: capitana e capitano, mentre le disgrazie, càpitano sempre ad altri.
Ma come quei due messicani, anche la folla di disperati che attraversa il Mediterraneo, insegue un sogno che non potrà essere fermato, per quante barriere potremmo costruire, per quanti steccati potremmo alzare. L’aspirazione a stare meglio, a non morire di fame o di stenti o semplicemente di caldo (in fondo i cambiamenti climatici sono sempre stati nella storia uno dei motori inarrestabili delle grandi migrazioni), è una spinta inarrestabile. Non li fermeremo, né con le barche, né con i cannoni (e sì, perché la rana dalla bocca larga ha pure buttato lì un “ma perché non la affondiamo questa nave???”) e nessuno scudo o corazza potrà difenderci. E comunque a Salvini e ai suoi accoliti, vorrei ricordare una semplice verità che mi viene dalle poche nozioni di zoologia che mi ricordo: nessun animale con la corazza, ha la spina dorsale. A noi scegliere se essere invertebrati o uomini con la schiena dritta.
Concordo, non li fermeremo mai. E così deve essere, anche se purtroppo non tutti avranno fortuna.
Io spero con tutta la mia forza di svegliarmi ed accorgermi che ho sognato, che Salvini è compagnia bella non esistono.
…che camminare tenendoci per mano, tanti colori, tanta allegria, tanto amore. Il resto verrà da sé.
Sarà retorica ma se nessuno deve entrare da noi, neanche noi dovremmo uscire dall’Italia. Che poi noi usciamo a cercar un lavoro o un’altra vita su un aereo e loro raccolti da una nave, è un particolare.
Con i cambiamenti climatici in atto, vedremo fra qualche decennio che succedera’…
Verremo tutti in Finlandia! Ma tanto tu ci ospiti, giusto? 😉
Preparati a spalar neve e tagliar legna… 😉