Pensate ad un tizio che per un qualche strano caso, un incidente in macchina, una malattia, sia caduto in coma all’inizio dell’anno. E si risvegli il 1 aprile. Non pensate che crederà di essere vittima del più gigantesco pesce d’aprile della storia? Nel XXI secolo tutte le nazioni della terra alle prese con un virus contaggiosissimo. 1 miliardo e mezzo di persone rinchiuse in casa. Multe per chi passeggia per strada, file fuori dai negozi, mascherine neanche fosse carnevale, caccia al runner untore. Forse giusto in un B movie con la realtà distopica potevamo immaginare uno scenario simile.
Del resto abbiamo sempre detto che ormai viviamo in un villaggio globale, che tempi e distanze si sono annullate? Ed ecco che il mio amico Giuliano a Cuba o Lucy in Australia hanno lo stesso problema che ho io. E tutti eravamo impreparati, perché nessuno avrebbe mai immaginato di vivere una situazione simile. Tranne Bill Gates, ovviamente. Del resto uno, non è che si inventa un sistema operativo così, dalla mattina alla sera.
Rinchiusi in questa specie di arresto domiciliare planetario, come facevo da piccolo con le figurine dei calciatori, scorro le immagini per vedere cosa ho e cosa mi manca. Mi manca il calcio. Mi mancano le partite di calcetto del giovedì con i miei amici, quelle di Lele il sabato pomeriggio, mi manca il calcio in TV, mi manca soprattutto la mia Lazio. Mi manca più di qualsiasi altra cosa!
Mi manca il mare, mi manca Rocca di Mezzo, le fughe nei fine settimana, il barbecue e le passeggiate in montagna. Mi manca la piscina (chi l’avrebbe mai detto fino a un paio d’anni fa?). Mi manca la sensazione di libertà del venerdì pomeriggio, mi manca il mercato del sabato mattina, le uscite con gli amici del sabato sera, mi mancano le domeniche, la messa, le pastarelle da Gatto e papà che viene a pranzo da noi. In pratica mi manca la mia vita precedente, ma solo quella dal venerdì pomeriggio alla domenica sera. Devo ammettere (ma non avevo dubbi in proposito), che la mia vita dal lunedì al giovedì, mi manca veramente poco.
D’altra parte, devo ammettere che ho un sacco di cose. Ho le persone più care che stanno qui vicino a me. Ho un cane con cui passeggiare, ho un prato a 100 metri da casa, ho un terrazzino. Piccolo, ma mai così apprezzato. Ho un cellulare che mi tiene in contatto con tutti i miei amici, ho un kindle e uno stereo che non mi abbandonano mai, perché finché posso leggere e ascolare musica non avrò mai modo di annoiarmi. Fra le cose che ho, voglio mettere anche la mancanza di quello che in questo momento non posso avere: perché ti mancano solo le cose o le persone importanti.
Insomma ho ben chiaro, ancora forse più chiaro di prima, quello che ho e quello che mi manca. Chi ho per davvero e chi mi manca per davvero. Tutto il resto non conta o conta davvero molto poco. Ora si tratta solo di non scordarselo quando tutto questo sarà finito e potremo tornare (quasi) a fare la stessa vita di prima.
Sei una delle persone con più buon senso che conosca, lo sai? 😉
Effettivamente quello del tizio che si risveglia dopo mesi di coma è un altro degli esempi di come la realtà superi spesso la finzione. Mi aspetto tante grandi cose dalla filosofia e dalla letteratura, dopo tutto ciò 🙂
Bellissima la citazione di Donaera
Grazie!!!
Anche a me manca il mare. Tu quale frequenti?
Mia suocera ha una casa a Tor San Lorenzo, sul litorale sud di Roma, verso Anzio. Solitamente passiamo lì il mese di luglio. Tu invece?
Vado a vedere!
Io invece vado ad Albenga. E’ il posto più bello d’Italia insieme a Udine e Isernia, lo dico da fiorentino e da viaggiatore che conosce l’Italia come le sue tasche. Colgo l’occasione per dirti che ho appena sfornato un nuovo post… spero che ti piaccia! 🙂
T’aspetto a gloria! 🙂