Per la seconda volta voglio fare un’eccezione e dedicare il post di consigli di lettura ad un unico libro: perché è veramente bellissimo, fra i più belli che mi sia capitato di leggere negli ultimi tempi. Appassionante e struggente al tempo stesso, una storia che non ti può lasciare indifferente e che ci tocca da vicino, molto più di quel che avrei immaginato prima di iniziare il libro.
L’autrice è Jeanine Cummins, il libro si intitola Il sale della terra (traduzione orrenda del titolo American Dirt, che secondo me rende molto di più l’atmosfera del romanzo, ma va be’). Scappati miracolosamente alla strage della propria famiglia, mamma e figlio cominciano un incredibile viaggio da Acapulco verso gli Stati Uniti, nelle rotte dei migranti, sperando di salvarsi dalla furia omicida del capo di un cartello di Narcos che ha giurato di sterminarli. In questo viaggio assurdo, in cui non possono fidarsi di nessuno (men che meno della corrotta polizia messicana), incontreranno un’umanità sofferente, spezzata e nonostante tutto ancora capace di slanci di generosità incredibili.
La loro avventura, pur svolgendosi dall’altra parte del mondo, potrebbe essere molto simile a quella che vivono quelli che si affacciano nelle spiagge di Lampedusa, vittime della violenza, della fame, di aguzzini senza scrupoli, che sul sangue e sulle loro sofferenze hanno creato un sistema per arricchirsi.
Personaggi talmente autentici, che si fa fatica ad immaginare siano solo frutto di invenzione: i due protagonisti, le due sorelle che si uniranno al loro viaggio, il jefe dei Narcos, persino gli incontri occasionali lungo la strada, tutti hanno una caratterizzazione profonda, che esce dalla pagine scritte (per me dal video del kindle) e fa sì che la storia da opera di fantasia sembra quasi diventare cronaca.
Per raccontarci che al di là dell’American Dream, anche dall’altra parte del muro, di qualsiasi muro dietro il quale vorremmo proteggere i nostri privilegi, esistono i sogni e persone disposte a tutto pur di realizzarli.
Quelli che sono al di là del muro hanno diritto di aspirare ad una vita migliore come tutti del resto. Mi spaventa il fatto che per farlo debbano lasciare le proprie origini, le proprie radici, i propri cari: è mai possibile che non si riesca a realizzare un mondo più giusto dove ognuno può dire sto bene qui dove sto, dove sono nato?
Non so se è giusto questo ragionamento forse è una ricerca di alibi… per scaricarsi la coscienza. Del resto se una persona ci chiede aiuto la prima cosa che dobbiamo fare è aiutarla e poi eventualmente chiedere che cosa l’ha spinta a fuggire…
L’ho letto da poco, bel romanzo, diverso da come lo immaginavo.
Molto interessante questo libro a parte il titolo tradotto male in italiano .Il tema “Narcos” negli ultimi anni sta mettendo alla luce situazioni molto critiche e pericolose che si conoscevano solo marginalmente del Messico, che da turista si percepiscono poco, ma in realtà non sono da sottovalutare.