E tu che fai, resti o vai via?

Should I stay or should I go now?
If I go, there will be trouble
And if I stay it will be double
So come on and let me know
Should I stay or should I go

Restare o andare via potrebbe essere intesa come una scelta dirimente. Etica, ma anche un po’ estetica. Una di quelle scelte fatte di cuore o forse meglio di pancia, piuttosto che di testa. Quelle scelte che non riesci bene a spiegare forse nemmeno a te stesso, che però sei certo essere quella giusta. Le scelte di naso.

Chi resta insiste, tiene il punto. Spesso non ascolta, dovrebbe, ma non vuole. Resta perché è convinto, perché pensa che alla lunga sarà la scelta giusta, oppure perché non trova abbastanza buoni motivi per andare. Chi resta di solito è più pigro degli altri, o semplicemente più testardo. Resta chi ha una buona carta in mano e ha paura di sballare, resta chi è stanco di continuare a cercare, resta chi ha qualcosa da perdere e poco da guadagnare.

Va via chi ha poco da perdere e molto da guadagnare. Chi immagina un futuro diverso e ancora energie per provare a costruirlo. Va via chi ha il serbatotio pieno e non ha paura della strada. Chi va via ha l’umità di ammettere gli errori compiuti e l’intelligenza di ascoltare i consigli di viaggio. Soprattutto va via chi è curioso di vedere cosa c’è oltre la collina.

Ma in fondo, sia che resti, sia che te ne vai, come diceva quella saggia donna di Franca Valeri, ricordati che “il futuro ti cammina accanto come un amico instancabile“: cosa ci riserba non possiamo saperlo prima, né se restiamo, né se scegliamo di andare. E dunque, lettore ermeneutico, che vuoi fare tu? Resti o vai via?

 

11 thoughts on “E tu che fai, resti o vai via?

  1. Be’ io resto… anche perchè quando ho provato a scappare da qualcosa , quel qualcosa è venuto dietro a me, si nascondeva nella valigia, nel nuovo paesaggio che incontravo…insomma quel qualcosa diventava sempre più ingombrante. Così ho capito che scappare non serve a niente se prima non si risolvono i propri problemi. 🙂

  2. Sono sempre andata via, tempo fa però sono restata. Era la prima volta e non so cosa mi ha spinto a farlo: forse pigrizia o forse sto invecchiando o forse semplicemente le strade già battute fanno meno paura di quelle nuove. Chissà.

  3. Qua il dubbio è fra restare a casa (a fare didattica a distanza) o andare a scuola (a far lezione dal vivo, non si sa per qua to tempo). Decideranno le alte sfere, io nel frattempo riordino casa a dosi omeopatiche e leggo lunghissimi romanzi storici con la scusa dell’aggiornamento.
    Come avrai forse già capito, non sono esattamente una fanatica dei viaggi 😅

  4. Come emigrante io sono già “andato via”. Ora sto. Dovesse uscire la “matta” e sballo.
    A parte le battute, come al solito quei vecchiacci saggi dei Romani avevano la formula giusta: in medio stat virtus. Convivere con entrambe le tensioni a restare e andare via, dosandola entrambe alla bisogna.

  5. Io ho tante idee di viaggi, non turistici, ma siccome faccio delle terapie mediche non saprei come fare a rimanere lontana dall’Italia per lunghi periodi. Infatti mi è capitato tempo fa di essere in Olanda e di aver finito delle pillole molto importanti per la mia salute. Ebbene ho dovuto pagare 100 euro da un dottore olandese per avere 3 pillole contate fino al giorno della partenza. Qui di mi chiedo se avessi voluto restarmi là magari come avrei potuto fare? 😐

  6. Io credo che sia assurdo che per 2 farmaci io non possa girarmi il mondo. Assurdo che ci sia tecnolohia e medicina avanzata e poi io debba avere delle stupide limitazioni riguardo i farmaci. 😐

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