Should I stay or should I go now? If I go, there will be trouble And if I stay it will be double So come on and let me know
Should I stay or should I go
Restare o andare via potrebbe essere intesa come una scelta dirimente. Etica, ma anche un po’ estetica. Una di quelle scelte fatte di cuore o forse meglio di pancia, piuttosto che di testa. Quelle scelte che non riesci bene a spiegare forse nemmeno a te stesso, che però sei certo essere quella giusta. Le scelte di naso.
Chi resta insiste, tiene il punto. Spesso non ascolta, dovrebbe, ma non vuole. Resta perché è convinto, perché pensa che alla lunga sarà la scelta giusta, oppure perché non trova abbastanza buoni motivi per andare. Chi resta di solito è più pigro degli altri, o semplicemente più testardo. Resta chi ha una buona carta in mano e ha paura di sballare, resta chi è stanco di continuare a cercare, resta chi ha qualcosa da perdere e poco da guadagnare.
Va via chi ha poco da perdere e molto da guadagnare. Chi immagina un futuro diverso e ancora energie per provare a costruirlo. Va via chi ha il serbatotio pieno e non ha paura della strada. Chi va via ha l’umità di ammettere gli errori compiuti e l’intelligenza di ascoltare i consigli di viaggio. Soprattutto va via chi è curioso di vedere cosa c’è oltre la collina.
Ma in fondo, sia che resti, sia che te ne vai, come diceva quella saggia donna di Franca Valeri, ricordati che “il futuro ti cammina accanto come un amico instancabile“: cosa ci riserba non possiamo saperlo prima, né se restiamo, né se scegliamo di andare. E dunque, lettore ermeneutico, che vuoi fare tu? Resti o vai via?
I been running Monday Tuesday Wednesday Thursday Friday Saturday Sunday runnin’ Monday Tuesday Wednesday Thursday Friday Saturday Sunday. What have I done? What have I done?
Parlavamo ieri con la mia amica M. del blog Trentaquaranta (un blog modaiolo molto fashion che assolutamente dovete seguire) su quanto sia bello, su quanto dia soddisfazione, su quanto ci faccia sentire sollevati, disdire un appuntamento prefissato. Lei indicava l’estetista come suo soggetto preferito. Io invece direi che il top è il dentista. Una telefonata ed è fatta, sei libero.
Tu che stai leggendo, pensa ai tuoi prossimi impegni, agli appuntamenti che hai preso controvoglia e supera le remore che ancora ti tengono prigioniero. Disdiciamo amici miei, disdiciamo! Non c’è nulla di disdicevole. Si tratta semplicemente di tornare ad essere padroni del proprio tempo. Basta semplicemente fermarsi un momento, guardarsi allo specchio e dire, “ma anche no”! Dormiamo un’ora in più, facciamo un bel giro in bicicletta, spegniamo il cellulare, prendiamo un bel libro e sdraiamoci in un parco.
Come trovarsi 50 euro in tasca. Hai improvvisamente del tempo inaspettato, non programmato, un regalo a tutti gli effetti. E nello stesso momento ti rendi conto di quanto non ti andava di fare quella cosa, di andare in quel posto, di incontrare quelle persone. Ma chi ce lo fa fare a vivere in questo modo? Con agende strapiene, incroci improbabili, corse senza fine? Neanche avessimo la polizia alle calcagne!
E ce l’ho fatta anche io! Mica potevo mancare…quando il mio amico Zeus chiama non ci si può tirare indietro (veramente anche Papillon mi aveva solleticato un giochino analogo, basato sui titoli dei film, ma mi mancano troppe lettere!) Il giochino è quello di ripercorrere l’alfabeto citando titoli di canzoni. Poi lo sapete che le liste di qualsiasi cosa, soprattutto se minchiona, mi fanno impazzire. Tanto per rendere la cosa un po’ meno minchiona (mica tanto eh!) ho cercato di mettere dentro una sola volta a testa, tutti i miei gruppi e cantanti preferiti. Potreste dirmi, va be’ ma a noi che ce frega? Lo so, invece a me il giochino è piaciuto assai, anche perché riuscire a far partecipare alla cosa i best 25, ti costringe a pensare e poi a scegliere. Certamente qualcuno manca, ma le lettere a disposizione erano finite!
As Tears go by – Rolling Stones. Gli Highlander. Li ho sentiti dal vivo l’anno scorso al Circo Massimo e davvero cominci a pensare che in fondo la droga non sia poi così nociva.
Baba o’ Reily – The Who. Una canzone che bisognerebbe sentire ogni mattino, a palla di cannone, appena alzati, così tanto per ricordarci quant’è bella la vita
Cowgirl in the sand – Neil Young, come cantante lui è nella mia top five, la canzone in questione è straziante e bellissima come solo lui potrebbe cantare
Desperado – Eagles, loro sono bravissimi e la canzone merita assolutamente, al pari di molte altre (fra l’altro ce n’è un’altra, sempre con la D che mi piace un sacco, ma già l’ho usata per altri post e non volevo ripetermi)
Easy does it – Supertramp, loro sono il “mio” gruppo. Non i preferiti in assoluto, ma quelli che sento più miei, come fossero miei amici, come li conoscessi da trent’anni, un po’ come i compagni di scuola. E in fondo un po’ è anche vero.
Fat bottomed Girls – Queen. Altro gruppo storico nei miei ascolti e l’omaggio alle ragazze culone penso sia uno dei loro pezzi più significativi, per ironia, ritmo, spontaneità. Secondo me un po’ troppo sottovalutati.
Good Riddance – Green Day fra le nuove generazioni forse i più ascoltati. Questa canzone in particolare la trovo bellissima.
Horizons – Genesis. ecco dovessi scegliere un solo gruppo, non avrei dubbi, sono loro. Ho scelto volutamente un pezzo minore, brevissimo, solo strumentale, perché basta anche solo questo per far capire secondo me che quando fra trecento anni studieranno la storia della musica del 900, loro saranno nei libri di testo.
Knockin’ on Heavens Door – Bob Dylan. Che vogliamo dire su quest’uomo e su questo pezzo. Silenzio e alziamo il volume
Inbetween Days – Cure. Torniamo alla mia adolescenza con questo gruppo di matti che però in questa canzone diedero veramente il massimo. Pezzo monumentale, un altro di quelli da ascoltare la mattina per darsi la carica
Love Boat Captain – Pearl Jam. Pensavo ad un certo punto che il rock avesse già detto tutto quello che aveva da dire. Loro e il gruppo che segue a due distanze mi hanno fatto ricredere. I Nirvana sono l’emblema, loro la sostanza, fra i due, a mio avviso, c’è un abisso.
Mother – Pink Floyd. Questi certo non potevano mancare. Li ho consumati a furia di ascoltarli: probabilmente hanno scritto brani molto più belli di questo, ma ultimamente l’ho riascoltato casualmente e mi è venuto da piangere
Nightswimming – Rem. E questo è l’altro gruppo che mi ha fatto pensare che effettivamente ancora è presto per fare il de profundis al rock. Grande gruppo, grande pezzo!
On almost sunday morning – Counting Crows. Anche loro appartengono alla nuova generazione, ma per intensità dei pezzi, meritano di essere nell’olimpo. Spero di riuscire ad andarli a vedere a luglio!
Police on my back – The Clash. Nuovo salto all’indietro per un gruppo che mi ha sempre fatto impazzire. Come fai ad ascoltarli senza che ti venga voglia di salire su un tavolo e metterti a ballare?
Queen of Supermarket – Bruce Springsteen. A parte che trovare una canzone con la Q non era proprio facilissimo, ma lui è lui…il Boss, unico e solo. Insieme ai Genesis, nella mia classifica, sempre al primo posto.
Revolution – Beatles. Loro sono la storia, il porto sicuro in cui torni ogni volta che hai bisogno di sentirti a casa. Possono anche passare mesi senza ascoltarli, ma tu sai che loro sono lì. Una certezza.
Stay – Jackson Browne. Un altro dei miei preferiti, un altro di cui ho consumato gli LP quando ancora non c’era l’elettronica che ti veniva incontro. E quindi quando finiva la prima facciata toccava alzarsi, rigirare il disco e rimettere su il braccio, calcolare la traccia e abbassare la levetta.
Tunnel of Love – Dire Straits. Ultimamente li ho citati in un ricordo di qualche anno fa. Nei favolosi eighteen loro non mancavano mai. Questa, per la cronaca, è nella colonna sonora di Ufficiale Gentiluomo, film cult di quegli anni.
Uptown Girl – Billy Joel. Un altro di quei cantanti di cui ho la discografia completa. Sparito ormai da qualche anno dalle scene, ma questo testimonia una volta di più la sua grandezza. Se non hai più niente da dire, perché continuare a rompere i timpani? Non sarebbe meglio tacere? Grande Billy!
Valencia – The Decemberists. Dei gruppi nuovi o comunque emergenti questi sono quelli che forse mi piacciono di più. Un mix molto interessante di rock, country, prog. veramente notevoli!
With or Without you – U2. I loro primi 5 dischi li pongono nell’Olimpo dei più grandi di tutti. Poi si sono persi e difficilmente si ritroveranno. Ma arrivare a certe vette non è da tutti!
Xanadu – Elo. Insieme ai Supertramp l’altro gruppo che sento mio, perché fa parte dell’adolescenza in maniera pervasiva. La prima facciata di Discovery è forse in assoluto il disco che ho ascoltato di più. Anche in questo caso, forse, anzi sicuramente, ne hanno scritte di più belle, ma trovatemi un’altra canzone con la X?
Your song – Elton John. Un altro gigante che in una classifica del genere non può mancare. Canzone struggente e bellissima.
Zombie – Cranberries. Loro sono un grande gruppo, che hanno saputo dire qualcosa di nuovo, poi la voce di Dolores O’ Riordan è una di quelle che ti fanno fare pace col mondo.