Gli ultimi fatti di questi giorni, la polemica sulla Superlega (ma visto l’esito forse era meglio chiamarla supercazzola), pur essendo relativa ad un argomento che solitamente mi appassiona, non mi ha coinvolto più di tanto. Nel merito non credo esistano buoni e cattivi, si è trattato di uno scontro di interessi su quello che resta il più bel gioco del mondo, ma che da tempo ormai è diventata una macchina da soldi. Non credo neanche sia stata decisiva la sollevazione popolare, (figuriamoci quanto gli interessa a questi!), che è semplicemente servita ad una delle parti per fare pressione sull’altra.
Il progetto in sé era una porcata, né meglio né peggio di altre fatte in passato da questi signori (vogliamo parlare del prossimo mondiale, che verrò giocato a gennaio in pieno deserto?) ma la vicenda mi solleva un dubbio più complessivo, che travalica la questione in sé: cosa ci spinge di più verso il precipizio, l’arroganza o il dilettantismo?
Ragionando a mente fredda, oltre ad essere una porcata, quello proposto era evidentemente un progetto nato morto. Portare nel calcio le logiche e l’organizzazione di uno sport totalmente diverso come l’NBA, (senza tra l’altro prenderne tutte le componenti), era un azzardo che anche uno stupido avrebbe capito non avere possibilità alcuna. Mi rifiuto di pensare che alla guida di 12 imprese multinazionali come quelle ci siano degli stupidi, quindi torno alla domanda: cos’è più nefasta, la presunzione o il pressappochismo?
La faciloneria, il fare cose senza valutare bene i pro ed i contro, si riduce in fondo all’ignoranza, al non sapere. E forse a questo c’è un rimedio: studiare! Approfondire, prendere bene tutte le informazioni, ricercare le fonti, valutare le conseguenze, creare un piano alternativo. Si può fare. Costa fatica, ci vuole materia grigia, ma si può fare. Purtroppo però all’arroganza, alla presunzione di essere al di sopra degli altri e del contesto che ti circonda, non c’è rimedio. E’ come la ruggine: piano piano corrode le situazioni e non si ferma davanti a niente. Anzi proprio la presunzione è la benzina per l’ignoranza, creando così una miscela esplosiva che appunto ci porta ad andare dritti contro un muro.
Purtroppo contro questo tipo di ruggine non c’è soluzione e certo non solo nel calcio. Sempre di più mi accorgo che la presunzione, il “presumere” senza sapere, è l’origine della quasi totalità delle storture che ci circondano, in ogni situazione, dalla politica, al lavoro, fino ai rapporti interpersonali. “La ruggine non dorme mai” cantava Neil Young e come spesso gli capita, non aveva mica torto.
La cosa più assurda da parte dei promotori principali è la presunzione di avere diritti superiori agli altri nella gestione del calcio. Non esiste proprio. C’è calcio eccome senza le magnifiche dodici.
Stendo un velo pietoso, poi, sulle tifoserie che non hanno reagito, o, peggio, hanno approvato.
Per fortuna ci sono i tifosi inglesi.
Supercazzola mi piace, per definire questa vicenda. Bravo!
Supercazzola, concordo! Devo dire che senza aver mai seguito il calcio so a mala pena distinguere la champions dal campionato, quindi non ci avevo capito granché. Ma la questione è sempre quella: soldi e presunzione, come hai detto anche tu
Nice bblog thanks for posting