La fata, Pinocchio e mangiafuoco

C’è solo un fiore in quella stanza
E tu ti muovi con pazienza
La medicina è amara ma
Tu già lo sai che la berrà

Mentre ieri nel nostro Paese, dall’inizio dell’anno, sono salite a 19 le donne vittime di femminicio (lo scorso anno furono 75, negli ultimi vent’anni 3344. Che significa che all’incirca da vent’anni a questa parte un giorno sì e un giorno no, una donna viene uccisa, quasi sempre fra le mura domestiche, da persone conviventi), Beppe Grillo si è lanciato in un’accorata difesa del figlio accusato di stupro e violenza di gruppo nei confronti di una sua coetanea. Arrestate me ha detto il comico/politico, si vede dal video che non c’è violenza e poi perché denunciare dopo 8 giorni?

E forse è per vendetta
E forse è per paura
O solo per pazzia
Ma da sempre tu sei quella che paga di più
Se vuoi volare ti tirano giù
E se comincia la caccia alle streghe
La strega sei tu

Ho due figli, una femmina ed un maschio, all’incirca coetanei dei protagonisti di questa vicenda e francamente non invidio Grillo, né tantomeno il papà di quella povera ragazza. A dirla tutta, non so neanche se sia peggio essere padre di una vittima o di un carnefice, quindi il Grillo genitore posso anche arrivare a comprenderlo. Se il suo fosse stato lo sfogo istintivo di chi vorrebbe difendere chi ama. Dopo di ché però bisognerebbe fermarsi e ragionare. E magari tacere. O chiedere scusa.

E insegui sogni da bambina
E chiedi amore e sei sincera
Non fai magie, né trucchi, ma
Nessuno ormai ci crederà

A volte le bugie (che diciamo prima di tutto a noi stessi) sono necessarie per continuare ad andare avanti. Di fronte al fallimento di una vita, di fronte al male assoluto, ci raccontiamo una realtà parallela, alternativa, che ci rende sopportabile il presente (e a volte anche il futuro). A volte più queste bugie sono grandi, più abbiamo bisogno di crederci e in fondo chi più di un politico è bravo a raccontare bugie? Forse un comico. Che però da un pezzo ormai ha smesso di far ridere. Il rischio allora è che da Pinocchio, ti trasformi in Mangiafuoco.

C’è chi ti esalta, chi ti adula
C’è chi ti espone anche in vetrina
Si dice amore, però no
Chiamarlo amore non si può
Si dice amore, però no
Chiamarlo amore non si può

8 thoughts on “La fata, Pinocchio e mangiafuoco

  1. Grazie sempre per la tua riflessione!
    Sono molto sensibile all’argomento ultimamente perchè come donna e come mamma di un figlio maschio sto cercando di capire come poter educarlo ad una reale paritá di genere e poter avere relazioni autentiche di valore. Oltre che ad una sessualitá fatta di rispetto per sè e per gli altri o altre.
    Posso raccomantare una lettura per te e i tuoi figli: “Rivoluzione Z” di Giulia Blasi
    Per i genitori: “Padri e figlie” Girolamo Grammatico
    Per gli uomini e non solo : “Perchè il femminismo serve anche agli uomini” Lorenzo Gadparrini
    Un beso grande! ( cmq sto leggendo “Salvare le ossa” …work in progress).

  2. La canzone è molto bella, e adatta alla circostanza, ma il video non mi sembra si possa interpretare come lo sfogo di un povero padre oppresso dal dolore: l’episodio è avvenuto due anni fa, e giusto pochi giorni orima dell’inizio del processo improvvisamente ci viene ammanita questa tirata? Non ci vedo buona fede, ci vedo un tentativo, piuttosto pesante, di strumentalizzare la vicenda.

  3. Grillo vergognoso, anche se pure io posso capire il suo ruolo di padre che crede al figlio a prescindere. Comunque, se pensiamo a quello che ha fatto lui, sempre per credere di essere il padrone del mondo, al di là delle leggi umane, al di là dei limiti degli altri, al di là del bene e del male, oserei dire che, nel caso l’accusa si rivelasse fondata, buon sangue non mente.

  4. Su questo tema ho letto da poco uno straordinario e inquietante Donato Carrisi: Io sono l’Abisso. Terribilmente attuale e onestamente anche piuttosto chiaro nella posizione.

  5. posso capire il dolore di Grillo per il figlio, sicuramente c’è anche tanta rabbia verso se stesso. È terribile dover prendere atto del proprio fallimento come padre, doversi chiedere “dove ho sbagliato “. Ma sono molto più vicina alla ragazza, merita tutta la nostra comprensione e sostegno.

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