L’altra sera mi sono prenotato per il vaccino. Tutto bene, molto semplice, nessuna complicazione. A parte la libertà di scelta, sia di posti che soprattutto di vaccini. Io, nella mia somma ignoranza in materia, non avevo preclusioni di sorta, avevo deciso di prendere il primo che nei tempi più rapidi mi avesse garantito l’immunità. Astrazeneca era in ogni sede, anche il giorno dopo, ma la seconda dose sarebbe stata a fine luglio, così ho scelto l’unica sede in cui era disponibile il Pfizer, che avrà la seconda dose a metà giugno. In realtà a fine maggio ci sarebbe stato anche il Moderna (in provincia di Rieti) e il Johnson, che ha una sola dose, ma anche questo solo fuori Roma. va be’, ormai è fatta.
Ma è stato giusto far scegliere noi? Secondo me no. In circostanze come questa le persone non possono avere la competenza per fare la scelta più razionale e così si affidano alle voci, ai si dice, ai social, agli amici degli amici. Avevo chiesto anche al mio medico, che però ha di fatto avvallato la mia scelta (il più rapido purché sia!). Lasciare la scelta al cittadino sui vaccini è come quando ci chiamano a votare per referendum ultraspecifici: è giusto trivellare nell’Adriatico? Quanti embrioni bisogna impiantare? Ma che ne so io! Siete pagati per essere lì? Prendetevi la responsabilità di indicare la soluzione migliore!
La libertà è il dono più importante che possiamo avere. L’abbiamo capito chiaramente nei momenti tragici della nostra storia, quando qualcuno diede la vita per garantirla agli altri. Molto più banalmente, l’abbiamo capito anche in questi strani tempi, nelle piccole o grandi limitazioni a cui ci siamo dovuti sottomettere per la salute pubblica. Ma voglio essere libero di scegliere quando ne ho la competenza, perché senza conoscenza la libertà è il volo di un moscone, come diceva giustamente Gaber. La libertà senza conoscenza può portare spesso a scelte sbagliate, persino autolesionistiche, per sé e per gli altri. Pensiamo a chi sceglie di non vaccinarsi. O a chi mette la cipolla nel soffritto della carbonara. Invece la libertà è partecipazione, che significa far parte di una comunità in cui si mettono a disposizione i saperi e dove si esercita la propria libertà affidandosi a chi ne sa più di noi. Ma certo questo per gli arruffapopolo e per la democrazia di internet è difficile da digerire. Un po’ come la cipolla nella carbonara.
Per me non è stata scelta libera, obbligo medico…avrei scelto altro rispetto a quello che mi è stato consigliato.
Ma ce ne sarebbe da dire su questi vaccini…
La possibilità di scelta c’è solo nel Lazio. Qui in Toscana, come in tante altre regioni, i vaccini vanno in base all’età e a determinate patologie. Il Pfizer viene inoculato agli ultra 80enni, alle categorie fragili e a chi svolge una professione sanitaria. A tutti gli altri l’astrazeneca o il moderna. Questo passa il convento! 🤷♀️
Ha ragione Pindaricamente, in Toscana non possiamo scegliere! Io sarò vaccinata domenica prossima , nella categoria dei fragilissimi. A fine settembre ho avuto un problema di allergia ai farmaci che per poco mi mandava all’altro mondo, quindi… devo andarci cauta. Sperando che anche il vaccino non mi faccia male. Comunque sono fatalista, sarà quel che sarà!!!
Meglio così! In bocca al lupo, ma vedrai che andrà tutto bene
Meglio, dammi retta!
E mi sembra la cosa migliore e più logica
In Lombardia non c’è stata la possibilità di scelta
Grazie Romolo, me lo auguro anch’io!!!! 🙂
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Concordo, al di là dei vaccini. Su alcune di cose ognuno di noi può/deve prendersi òa responsabilità; su altre, dovrebbe prendersela chi ha scelto posizioni (e retribuzioni) decisionali e ha le risorse, compresa la possibilità di consultare facilmente gli esperti. Cosa che è assolutamente necessaria, secondo me, salvo poi assumersi il compito politico di coordinare e scegliere in caso di opinioni diverse, e avere poi la capacità di motivare e sostenere la scelta. Dovrebbe…