Rispetto alla musica, alla musica di autori che mi piacciono, da sempre ho un tipo di ascolto che potrebbe essere definito compulsivo. Da quando comperavo i vinili, quando ho un nuovo disco fra le mani, mi metto lì e ascolto e riascolto per ore (adesso con spootify è molto più comodo e non rischi nemmeno di graffiare il disco!): perché il primo ascolto non è mai veritiero, devi dare tempo alla melodia di sedimentarsi, devi capire le parole, lasciargli il tempo di entrare dentro. Ovviamente questo, oltre ad urtare i nervi a chi ti sta vicino (ne sa qualcosa il mio povero fratellino…) si può fare soprattutto con i propri autori preferiti, perché quello che c’è di nuovo viene fuori sempre a partire da quello che invece si conosce già.
Perché quando ascoltiamo una canzone per la prima volta è probabile che ci troveremo di fronte a un qualcosa di già conosciuto ed un ché di completamente nuovo. Ma proprio il giusto mix di questi due aspetti ci attrae o ci allontana, ci fa apprezzare quello che stiamo ascoltando, oppure ci fa passare oltre senza interesse. Il nuovo, che ha qualcosa di mai ascoltato prima, ha radici in quello che è già stato scritto e suonato, come fosse un nuovo capitolo di un libro già iniziato. E così magari scopri un gruppo che non hai mai calcolato (in questo caso gli Smashing Pumpkins), che fa musica che conosci da sempre. E questa cosa mi piace!
Ma in fondo, non è così anche con le persone? Ci attraggono e ci sorprendono le persone che non conosciamo, se hanno con noi un terreno comune, degli ideali, dei modi di pensare, dei ricordi di fatti ed eventi che pur non avendoli vissuti insieme, sono i nostri. Fino ad oggi non ci conoscevamo, ma seppur lontani abbiamo vissuto insieme l’11 settembre, la vittoria del mondiale di calcio e domani la pandemia. C’è una base comune, un già noto pur essendo sconociuto. Su questa base possiamo sperare di veder nascere amicizie belle e autentiche anche domani. Altrimenti aveva ragione Guzzanti: nell’era della comunicazione globale possiamo arrivare a dialogare con chiunque, possiamo conoscere anche chi sta dall’altra parte del mondo, ma poi alla fine, io e te aborigeno, che se dovemo dì?