Il bene di tutti, la responsabilità di ognuno

Capita che anche in una grande metropoli come Roma si spengano le luci. Non per risparmiare l’energia pubblica, come qualcuno aveva ipotizzato, semplicemente per un guasto. Nella strada dove abito e nella parallela ci abiteranno almeno un migliaio di persone, ci sono negozi, bar, persino un ristorante e da un paio di settimane l’illuminazione pubblica non funzionava.

L’altro giorno, stufo di dover camminare in mezzo alla strada per evitare i marciapiedi e i possibili “ricordini” lasciati dai cani (o meglio, dai loro incivili padroni), ho telefonato al numero verde dell’Acea. “Sicuramente ve l’avranno segnalati in tanti, visto che sono due settimane che stiamo al buio, però volevo sottolineare nuovamente che in via Tizio e in via Caio manca la luce dei lampioni“. L’addetto ha preso nota, mi ha ringraziato della segnalazione, dicendo che in realtà non avevano ricevuto chiamate precedenti. Possibile? Ho pensato, figurati se nessuno ha mai chiamato, sicuramente è una scusa! Sarà stato un caso (!), una fortunata coincidenza (!), tant’è che il giorno dopo è tornata a luce.

Forse siamo troppo abituati al fatto che le cose non funzionano. Forse abbiamo ormai fatto il callo alle inefficienze e all’inutilità del denunciare i disservizi. Forse, anzi, sicuramente, siamo sicuri che comunque qualcuno provvederà. A volte però le cose non stanno così: migliorare le cose si può e – guarda un po’ – dipende (anche) da noi: personalmente da ognuno di noi. Inutile pensare che altre persone potrebbero intervenire, non rassegniamoci al mal costume, cominciamo a fare la parte nostra. E forse eviteremo di rimanere a brancolare nel buio.

17 thoughts on “Il bene di tutti, la responsabilità di ognuno

  1. Nella via dove abito purtroppo capita spesso, forse per un contatto o un sovraccarico. Puntualmente chiamo e nel giro di un paio d’ore al massimo ripristinano l’illuminazione. Ho messo il numero in rubrica…

  2. Nel palazzo dove vivevamo prima, rompevano spesso la chiave nella serratura del portone di ingresso. Eravamo sempre gli unici, io e Andrea, a segnalare all’amministratore… Ora che non ci viviamo più, resteranno con il portone rotto e sempre aperto? Chissà.

  3. Avevo letto di uno studio americano che sottolineava come, quando un problema coinvolge una comunità piuttosto ampia, può accadere che questo problema non venga segnalato perché tutti pensano che l’abbia già fatto qualcun altro. Lo studio si basava su un fatto di cronaca realmente accaduto in cui una donna era stata accoltellata più volte in una strada affollata di un quartiere residenziale, eppure nessuno aveva chiamato le forze dell’ordine perché tutti pensavano l’avesse già fatto qualcun altro.

  4. Come hanno già scritto, si tende a pensare che qualcun altro agisca al nostro posto, e ammetto che anche a me è capitato di ragionare così.. Purtoppo però questo aumenta il rischio che le cose non cambino mai

  5. Fossi stato un buon cittadino avrei fatto quella telefonata dieci giorni prima! In realtà siamo tutti responsabili (almeno in parte) se le cose vanno in un determinato modo. Certo, la responsabilità maggiore è delle società che gestiscono i servizi: possibile che per due settimane questi non hanno una spia, un rilevatore, qualcosa che avvisi quando c’è un’anomalia così grande? Poi c’è da dire anche un’altra cosa. In passato diverse volte avevo segnalato alla società dei rifiuti situazioni davvero indecenti, con cassonetti strapieni lasciati lì per giorni, senza avere risposte né risultati in tempi brevi. E’ chiaro che alla fine anche il cittadino si sente impotente e rinuncia. Però invece bisogna insistere, perché, come in questo caso, a volte poi le cose cambiano e qualcuno interviene

  6. Ciao Romolo, mi hai fatto tornare in mente un episodio. Un giorno ero in metropolitana 🚇 a Roma e mancava la luce nel vagone dove mi trovavo con altre persone, una sensazione non proprio piacevole. Nessuno diceva nulla, come hai fatto notare giustamente tu. Io compresa, naturalmente. Fatto sta che quando si è fermata, un ragazzo ha bussato alla porta del conducente, eravamo nella prima carrozza e gli ha chiesto conto. Era una sua dimenticanza, a quanto pare. Ha acceso le luci e tutti abbiamo ringraziato il nostro benefattore che, con grande naturalezza, ci ha fatto notare che eravamo tutti zitti. Nulla da dire, aveva ragione e, non contento, aggiunse: “Domandare è lecito, rispondere è cortesia!”. 😄😄😄

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