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Presto, presto o con tutta calma?

Fra le tante possibili classificazioni/diversificazioni delle persone, mi ha sempre incuriosito quella fra chi corre e chi se la prende comoda. Chi è pieno di adrenalina già alle 7 della mattina e chi invece alle 10, dopo il terzo caffè, ancora galleggia fra il sogno e la realtà. Ma possiamo fare mille esempi. Chi appena ha finito di mangiare si alza e sparecchia la tavola e chi invece rimane ancora un po’, per una chiacchiera, un dolcetto, il caffè e l’amaro e poi magari una sigaretta e non la finisce mai.

Voi in quale categoria vi sentite di appartenere? Siete fra quelli che il 7 gennaio, appena messi i Re Magi, vogliono sbaraccare tutte le luminarie natalizie, oppure siete quelli che cominciano a togliere gli addobbi a carnevale? Siete fra quelli che appena suona la sveglia riescono a tirarsi su, oppure siete fra coloro che amano fare GoroGoro? Siete maniaci della puntualità o avete abituato i vostri amici ai vostri ritardi? In ogni caso, come ci comportiamo nelle situazioni, dalle più banali a quelle più impegnative, dice molto di noi, forse anche più di quello che vorremmo si vedesse.

E infatti, queste due categorie, in questi piccoli atteggiamenti, rivelano come approcciamo la vita. Chi vive proiettandosi al futuro, pensando di poter guadagnare tempo e chi invece sta fermo nel presente, pensando che di tempo ce ne sarà sempre a sufficienza. I primi si nutrono di stress, lo alimentano e si alimentano con lui: una convivenza forzata, che però spesso diventa quasi ricercata. I secondi non sanno neanche cosa sia lo stress, in compenso rischiano a volte di cadere nella noia.

Io ho una posizione ambivalente. Mi piace svegliarmi presto, ma mi piace anche attardarmi a tavola. Non vivo con l’esigenza di pianificare, ma spesso mi ritrovo a farlo. Odio arrivare in ritardo, anche se da sempre vivo con una persona che invece fa del ritardo un abitus permanente. Lo stress non mi fa mai compagnia, tranne forse quando ho la sensazione di sprecare tempo.

E voi, dove vi ritrovate? Di quale categoria fate parte?

17 thoughts on “Presto, presto o con tutta calma?

  1. A domanda rispondo. Mi colloco nel mezzo, un po’ più verso chi se la prende tranquilla. Ma so riconoscere quando è il momento di reagire tempestivamente. A chi si stressa chiedo: ma veramente tutto è così impellente ed indispensabile? Per me no. La maggior parte di queste cose non lo sono, infatti se certe cose le si facesse dopo o addirittura non le si facesse, non cambierebbe nulla. Siamo noi a crearci l’illusione della loro indispensabilità. Tra le due categorie di persone c’è forte incompatibilità… P.S. recentemente mi sono palesato su LinkedIn, dove mi sono palesato.

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  2. Io amo pianificare, perché sono organizzata, e perché la pianificazione mi risparmia lo stress; però so anche fare le giuste eccezioni e mandare tutto a quel paese mi viene voglia di fare altro. Rispetto le scadenze quando c’è qualcuno che dipende da quelle, così come sono assolutamente puntuale: non farei mai aspettare qualcuno, amico o collega, e in genere detesto i ritardi. Ma gli addobbi di Natale rimangono per tutto gennaio, anche perché mi piacciono e mi mettono allegria. Ora che mi ricordo, devo disfare il presepe…

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  3. Mi alzo presto per poter traccheggiare un’oretta, sono sempre in anticipo, il mio albero di Natale l’ho sfatto domenica, sono un cumulo di stress, sparecchio con l’ultimo boccone ancora in bocca, pianifico ogni cosa, e spesso non ci dormo la notte. Vero è che è anche un momento particolare in cui sono sempre talmente all’erta che qualsiasi rumore mi preannuncia un problema da risolvere…

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  4. Il mio ideale è una giornata totalmente pianificata con microattività, in modo che nessuna duri troppo a lungo, ma è come fare una strada con molte curve, ogni due secondi tocca sterzare e non è facile ingranare una volta con una nuova attività. Non ti dico quanto sono lontano dal raggiungere il mio ideale perché mi rideresti dietro. In ogni caso mi piace alzarmi presto ed essere subito operativo, complice il caffè che lascio preparato dalla sera prima. Non mi piace attardarmi a tavola, ma più che altro perché non sono un gran chiaccheratore. Tutto sommato, di fatto butto via molto tempo in diversivi e dormite.

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  5. Essere puntuali e importarsene delle cose è una questione di rispetto per gli altri. Detto questo, crearsi stress per cose che nel 90% dei casi sono ininfluenti sulla sostanza della vita (tipico atteggiamento femminile, adesso massacratemi pure…) è inutile. Soprattutto non induciamo stress sugli altri. Fa piacere a noi, va bene, ma non rompiamo i maroni agli altri.

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  6. Io mi colloco un po’ nel mezzo. Ho il passo da bersagliera, non mi piace tentennare e cerco di finire il più in fretta possibile le incombenze, ma se sono in compagnia o sto facendo qualcosa che mi piace allora mi piace tirarla per le lunghe e godermela.

    La questione della puntualità la terrei a parte, mi sembra che essere puntuali significhi anche rispettare gli altri.

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