Ci sono certi argomenti che il sentire comune rifiuta. O edulcora. Nasconde. O ignora. Uno di questi, senza alcun dubbio, è la morte. Un’esperienza estrema, che ci tocca indistintamente tutti, ma che sempre di più viene rimossa, emarginata dentro i fatti di cronaca. Lì è onnipresente, c’è addirittura una sorta di curiosità morbosa nel mettere in risalto alcuni particolari dolorosi, che fa da contraltare al silenzio in cui invece è avvolta la morte quando si tratta di eventi personali, che ci toccano da vicino.
Quindi, della morte dei lontani si può anzi si deve parlare, di quella dei vicini meglio evitare, del fatto che prima o poi toccherà anche a noi, silenzio assoluto. Non so se il non parlarne implica il non pensarci. Sono propenso a credere che non sia così, ma poi ognuno fa i conti con se stesso, con questa come con altre esperienze fondanti. Certo, anche alla luce di quello che mi è capitato di recente con la scomparsa di papà, posso dire che è molto singolare vedere la reazione di chi ti sta intorno. Sicuramente, comprendi bene chi ti è realmente vicino o su chi puoi davvero contare.
E poi ci sono tutti gli altri. Chi vorrebbe ma non ce la fa. Chi proprio non sa cosa dire o fare, chi si defila e chi non si presenta affatto. Se le parole hanno un senso, bisognerebbe scrivere un decalogo di quello che non si dovrebbe dire in queste occasioni. Ma non perché ci siano parole o frasi più o meno adatte, ma perché se vuoi esserci, se vuoi mostrare la tua vicinanza, certe cose non andrebbero proprio dette.
I saluti sono cordiali, gli auguri affettuosi, le condoglianze (etimologicamente, il con-dolersi, il partecipare al dolore dell’altro) sono sentite. Perché? Perché sottolineare l’aspetto del sentire? E’ come a dire, “credimi, anche io sento il tuo dolore“. Ma poi sarà davvero così?
Qui finiva inizialmente questo post. Ma poi succede che muore anche Berlusconi (ah quante volte ci avevo scherzato con papà che non lo poteva vedere neanche dipinto!) E allora non potevo non fare una postilla. Chissà se davvero tutti coloro che piangono Berlusconi in questi giorni sentono il dolore dei suoi congiunti, compartecipano alle loro doglianze?
Si può condolere della morte dell’uomo che ha messo in pratica punto per punto il programma della P2, che ha avuto fra i suoi più stretti collaboratori persone legate alla mafia, che ha mercificato la figura della donna senza nascondere una spiccata predilezione per le minorenni? Poi, per carità, “ha fatto anche cose buone“, come si diceva per un altro protagonista della nostra storia. Se avesse pagato per le sue scorrettezze e illegalità, avremmo potuto forse sottolineare i successi in politica, nelle TV, nello sport, avremmo potuto riconoscere le sue indubbie capacità imprenditoriali. Insomma potremmo esaltare il bene, se il male, almeno in parte, fosse stato punito.
Ma così non è andata. Perché la giustizia non è riuscita ad arrivare dove doveva, perché Berlusconi ha fatto in modo di rendersi intoccabile. E oggi dobbiamo riconoscere che è morto un uomo che ha sempre fatto quello che voleva senza pagare dazio. Persino la sua morte è sfuggita alla normalità. Anche qui è riuscito ad andare oltre, coinvolgendo tutti ad un lutto nazionale, come neanche i più grandi padri della patria. Possiamo con-dolerci quindi, possiamo tacere, nel rispetto dovuto di fronte alla morte. Ma quanto sentite saranno queste con-doglianze lasciamolo giudicare ai suoi stretti congiunti. Il resto invece lasciamolo giudicare alla Storia.
Mi concentro sulla tua perdita e posso dirti che mi dispiace tantissimo. Non riesco nemmeno ad immaginare un dolore simile, Romolo, sono sincera. Come potrei dirti che ti capisco? Non perché non cerchi di provare a sentire quello che senti tu, quanto piuttosto perché per capire certi eventi drammatici, fino in fondo, bisogna passarci.
So che capiterà anche a me, ne ho il terrore.
Sono preoccupata per entrambi i miei genitori e anche per i miei suoceri.
Posso dirti sinceramente che mi capita spesso di pensarti e penso anche ad Ale, la Bisbetika, che ha avuto la tua stessa perdita. È difficile anche solo cercare le parole giuste.
Sicuramente il tuo papà era una gran persona. Fa male anche parlarne usando il tempo imperfetto. La verità è che non saremo mai preparati alla perdita dei nostri genitori.
Ti abbraccio con affetto ❤️
Valeria
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Grazie Vale ❤️
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grande Romolo mai parole hanno colto il senso della realtà come le tue
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Condivido anche le virgole..
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Condivido tutte le tue riflessioni!
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Un abbraccio Romolo ❤️
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Condivido pure io.
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So cosa vuol dire Romolo, perdere un genitore , da tempo li ho persi tutti e due, ma l’evento di babbo è accaduto quando avevo poco più di undici anni, e questo credimi, mi ha segnato profondamente. Perciò quando è mancato tuo padre, le mie parole sono state sincere perchè consapevole di quello che stavi provando.
Tornando alla morte di mio padre,aveva 41 anni, era giovanissimo. Molto amato dai suoi colleghi vigili del fuoco ( anche lui ha avuto i funerali di stato ) che a loro volta ci stettero molto vicini. Mamma che rimaneva con due bimbe piccole, mia sorella non aveva ancora due anni, ricevette quel giorno tante parole di affettuoso cordoglio e promesse di non essere abbandonata. Un collega e amico di babbo si avvicinò a mamma e piano le sussurrò ” Signora, non creda a nessuna di queste promesse. Oggi è il giorno delle bugie ”
Non ho mai dimenticato quella frase. E penso che oggi per tanta gente presente a quel funerale sfarzoso che neanche un re… sia stato un giorno delle bugie.
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Che dirti, tu che mi conosci da tempo sai quanto detesti Berlusconi. Sarà anche stato un grande imprenditore, non ne discuto, ma basta questo per definirlo un grande uomo? Siamo alle solite, si mette in risalto la parte materiale di una persona, ciò che dimostra di possedere (denaro su tutti) piuttosto che quello che è realmente dentro. Se è ricco anzi straricco allora si dirà che sì effettivamente ha fatto qualche pasticcio ma ne aveva ben donde visti i risultati. E si finisce per assolverlo del tutto dicendo che tanto le regole della vita oggi sono così e quindi è inutile stupirsi perché la nostra è solo invidia. In pratica ogni mezzo è lecito per ottenere quello che si vuole. Quello che ha fatto Berlusconi è sotto gli occhi di tutti, se n’è fregato dell’Italia calpestando i diritti civili ed umani della gente ed è riuscito perfino a manipolare la coscienza della gente facendo credere eravamo una massa di coglioni prima che arrivasse lui a redimersi! Ed ha ottenuto quello che voleva, basta girare per i social e trovi una massa di ingenui che lo osannato deliranti e lo definiscono un Dio.
Ecco, io non so se riesco a provare pietà e a dire che riposi in pace.
Ti abbracccio.
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Io penso una cosa: nessuna parola in questi momenti “può”. Quando è’ morta mamma per me hanno fatto molto di più gli abbracci, in silenzio. Mio padre ha chiesto il silenzio stampa perché le parole non le sopportava, altri hanno detto “carino x mi ha scritto un messaggio”. Ognuno reagisce in maniera diversa, tutti “ci provano” a farle ste condoglianze, in qualche modo, sentite o meno. Ma tanto tu lo sai chi c’è davvero o chi no, chi è veramente con te o chi lo fa “per gentilezza”. Una donna che non conoscevo al cimitero dopo il funerale mi ha abbracciata e mi ha detto “come fai a non piangere?” A proposito del ‘sentite’. Come fai tu a giudicare il mio dolore da ‘un’apparenza’? Sicuramente lei sapeva chi fossi io, ma non viceversa. Quando è morto Silvio io ho pensato che d’improvviso fosse come l’abbiano fatto Santo. I media sono pieni di ‘commenti in suo onore’ e le condoglianze vanno fatte alla nostra povera Italia, forse, che ancora una volta vista da lontano mi dà i brividi, e non di felicità, seppur continui ad amarla.
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Ai funerali si cerca sempre di dire: “Adesso è in un posto migliore”, ma per Berlusconi, come per tutti i capi di stato, che hanno la responsabilità della felicità o dell’infelicità di milioni di persone, non ne siamo sicuri, non ne siamo sicuri…
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