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Arthur’s Theme

Arturo è una di quelle persone che quando hai la fortuna di incontrarle, possono cambiarti il colore delle giornate. Ci siamo conosciuti per caso, era relatore in un convegno, ho pensato che sarebbe stato bello farlo conoscere ai miei figli, ai miei amici, ai colleghi. Perché Arturo ha qualcosa da dire e ti conquista subito. Impossibile non starlo a sentire.

Arturo ha la capacità di spostare l’attenzione: da ciò che manca a ciò che c’è. Da quello che non hai a quello che invece possiedi. Per far questo gioca con le parole, perché come dice lui (ma non me ne voglia, prima di lui, anche il mio amico Wittgenstein), è il linguaggio che crea il pensiero e non viceversa, come saremmo tentati di pensare. La ricchezza delle parole è ricchezza di pensiero.

Tutto qui, direte voi? Tutto qui. Perché concentrarsi su quel che si è, su quel che si ha, ti fa scoprire una forza e una ricchezza inesauribile, inimmaginabile e ti fa compiere imprese straordinarie. Come entrare nella nazionale di calcio, diventare un grande karateka, andare sullo skateboard e mi ha detto, recentemente, far parte anche della nazionale di golf, la sua nuova passione. Il tutto questo scrivendo libri, diventando padre, andando a raccontare in giro la sua vita straordinaria. E’ proprio vero che siamo tutti i limiti che superiamo, come cantano i negramaro e come ama ripetere quella saggia donna di mia figlia.

Ah, a proposito, Arturo è nato con una sola gamba, ma come dice lui non è un dis-abile. Eventualmente, se proprio dovesse definirsi, si direbbe pro-abile. Se vi capita (ha diversi canali social) seguitelo, perché ha qualcosa da raccontare a ognuno di noi. Oppure leggete il suo libro.

Arthur he does as he pleases. All of his life, he’s masked his choice and deep in his heart, he’s just, he’s just a boy. Living his life one day at a time and showing himself a really good time. Laughing about the way they want him to be!

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Consigli di lettura non richiesti. 38 / Pizzolato, Harper, Cram

A San Martino ogni mosto diventa vino! Vi consiglierei volentieri dei rossi novelli, tipici di questo periodo, ma non sono così esperto da offrire suggerimenti. Adoro il vino novello e in questo periodo quindi ne approfitto per assaggiarne diversi, ma al di là del beaujolais nouveau non saprei quale consigliare. Quelli che invece mi sento di suggerire sono i libri, che come il buon vino, non invecchiano e sono buoni da gustare in qualsiasi stagione dell’anno. Poi tra poco arriverà Natale e qualche idea regalo può sempre essere utile. Ecco dunque i consigli (rigorosamente non richiesti) di questa volta.

Cominciamo con un thriller mozzafiato che vi terrà incollati alle pagine fino alla fine. Nic Pizzolato ci porta nelle strade di Galveston, in Texas dove un gangster cerca di nascondersi dalla vendetta dei suoi complici, con la strana compagnia di una ex prostituta e sua sorella di tre anni. Vicenda molto originale, che si svolge nel passato, nel racconto del protagonista ormai prossimo alla fine della sua avventura. Da leggere tutto d’un fiato!

Ci spostiamo poi nell’assolata California, nella Los Angeles dei segreti impenetrabili di Hollywood. In Tutti Sanno, Jordan Harper racconta la storia di una PR che deve coprire le magagne delle star, evitando scandali e pubblicità negative. Finché verità e menzogne non si confondo al punto che la cronaca da rosa diventa nera, con una serie di omicidi collegati fra loro che mettono seriamente in pericolo la stessa protagonista. Anche da questo romanzo non riuscirete a staccarvi fino alla fine!

Il terzo consiglio è per Buffy Cram ed il suo C’ero una volta, una storia molto singolare, ambientata negli anni 70, dove una madre single porta sua figlia da una comune ad un’altra, attraverso l’America dei figli dei fiori, facendola passare per una sensitiva capace di leggere il futuro. La bambina pirata, con la benda nell’occhio, ormai cresciuta ripercorre la sua storia, raccontando le strane vicende che l’hanno portata a crescere da sola, prendendosi lei cura della mamma, almeno fin quando ha potuto. Una storia cruda e tenera insieme, un romanzo di formazione originale, ma davvero bello.

E buona lettura cari viaggiatori ermeneutici!

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Consigli di lettura non richiesti. 37 / Coe, Zevin, Gonzales James, Everett

Ve l’avevo promesso che sarei tonato presto con altri consigli di lettura e dopo il post monografico su Panowich, stavolta vi suggerisco diversi autori, che spaziano su generi differenti, per rendere le vacanze (e le letture) più varie possibile,

Partiamo con l’inglese Jonathan Coe e la sua La banda dei brocchi, un bell’affresco sull’Inghilterra degli anni 70, fra lotte sindacali, attentati dell’Ira, gruppi rock emergenti. La storia di un gruppo di amici che terminato il liceo cercano la loro strada di riscatto sociale. Se la storia vi appassiona ha anche un seguito, altrettanto bello come il primo romanzo.

Il secondo consiglio riguarda Gabrielle Zevin ed il suo Tomorrow, Tomorrow, Tomorrow. Una storia d’amore molto particolare, una storia di amicizie soprattutto, che racconta di come il genio a volte riesce a farsi concreto, per far sì che un gioco, una passione (in questo caso quella dei videogiochi) possa diventare occasione di crescita umana e professionale.

Elizabeth Gonzalez James con Le cento vite di Antonio Sonoro ci racconta un western atipico, ambientato in Messico fra la fine dell’800 e la metà degli anni 60 del 900. Tra mito e realtà, angeli e demoni, violenza, passione, avventura si snodano le avventure del protagonista che davvero sembra avere molte vite, come dice il titolo. Perché in realtà i protagonisti della storia sono più d’uno e forse le colpe dei padri che si trasmettono ai figli diventano la chiave per comprendere davvero la storia.

Chiudo con Percivall Everett ed il suo James. Avete mai letto Le avventure di Huck Finn di Mark Twain? Vi ricordate lo schiavo che fugge insieme al protagonista? Si chiamava Jim, ma qui cambia il suo nome in James. Nel libro di Twain lo perdiamo di vista e qui l’autore riprende la sua storia e ci racconta le sue avventure verso la libertà. Bellissimo!

Stavolta avete ampia scelta, buona lettura dunque!

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Consigli di lettura non richiesti. 36 / Panowich

Agosto lavoro mio non ti conosco!” Non è proprio così, ma sicuramente ci avviamo ad un tempo di vacanze e cosa fare di meglio se non tuffarsi nelle letture, compagne fidate del nostro tempo libero? Ecco quindi che torna questa rubrichetta in cui vi do qualche suggerimento, assolutamente non richiesto, sui miei autori preferiti.

Solitamente vi segnalo autori diversi, magari farò a breve un nuovo richiamo, ma oggi mi concentro su un unico autore che secondo me vale assolutamente la pena approfondire, seguendo cronologicamente le sue opere. Si tratta di Brian Panowich, autore americano che ambienta i suoi romanzi in un’America poco conosciuta, fuori dalle rotte turistiche, ma anche da quelle già raccontate da Hollywood: la regione degli Appalachi, fra la Georgia e il Sud Carolina. Storie di emarginazione, l’altra faccia dell’America o se vogliamo, quella più autentica, fuori dalle grandi metropoli, nella quale convivono tradizioni contadine, povertà, delinquenza e pregiudizi razziali. Insomma, posti da cui è difficile fuggire, ma che raccontano di riscatti individuali e di redenzioni impossibili.

Il primo romanzo della serie è Bull Mountain, dove si seguono le vicende di una famiglia di spacciatori, prima di alcolici, quindi di stupefacenti, nella quale il protagonista ha la forza di intraprendere una strada diversa, diventano lo sceriffo della contea. La storia viene raccontata dal punto di vista di vari personaggi, dalla metà degli anni 50, fino ai giorni nostri. Un romanzo appassionante, che potrebbe ricordare in qualche modo le saghe delle famiglie mafiose e che ti tiene incollato alla lettura verso un epilogo inevitabile, ma allo stesso tempo inaspettato.

Il secondo romanzo, Come leoni. Ritorno a Bull Mountain, inizia dove finisce il primo, riprendendo alcuni fili della trama solo accennati nel precedente romanzo, ma proseguendo nella storia e svelando un altro scenario che dà un senso diverso anche al racconto iniziale. In effetti poteva essere tranquillamente un unico romanzo, fatto appunto di due parti.

Nel terzo capitolo, Hard Cash Valley. All’ombra di Bull Mountain, c’è un nuovo protagonista che si muove nello stesso territorio, con la stessa ambientazione, ma sviluppa una vicenda completamente nuova. Nuovi personaggi, legati sempre alla storia originaria, che viene narrata con il ritmo incalzante e coinvolgente dei primi romanzi.

Che succede quando una storia ha concluso le sue trame, ma i personaggi hanno ancora tanto da raccontare? Ci si sposta indietro nel tempo! Con Nient’altro che ossa, l’autore ci porta ad un prequel delle prime due storie narrate, partendo da un personaggio solo accennato negli altri romanzi, ma che ha una sua vicenda importante all’interno della saga complessiva. In effetti, anche se è l’ultimo uscito, si potrebbe iniziare la lettura proprio da qui.

Quattro romanzi che però, come dicevo, potrebbero essere quattro capitoli della stessa storia, che tiene il lettore incollato con la voglia di saperne di più, per capire come proseguiranno le vicende della famiglia Burroughs terribile e affascinante al tempo stesso. Per capire se in tutto quel male, in tutta quella violenza, alla fine c’è una luce e una speranza di redenzione. Se iniziate vedrete che probabilmente passerete agosto in loro esclusiva compagnia, con l’unico rammarico che – almeno per il momento – non ci sia un seguito ulteriore.

Buona lettura!

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Consigli di lettura non richiesti. 35 / Cocchiaro

E’ qualche tempo che non ritiro su questa rubrichetta dedicata ai lettori ermeneutici. Stavolta faccio un uso privato di mezzo privato, perché l’autore è un caro amico, ma il libro in questione vale davvero la pena e quindi rientra a pieno titolo nei mie consigli di lettura (sempre rigorosamente non richiesti!)

Non è un romanzo, non è una biografia, non è un libro di ricordi, non è un libro d’amore, né di politica eppure è tutte queste cose insieme. Salvatore è stato un dirigente di primissimo piano di Poste Italiane, ricoprendo ruoli di responsabilità all’interno dell’azienda. Nel campo della logistica, ma non solo, è stato uno dei principali protagonisti degli ultimi trent’anni, che hanno visto il passaggio di Poste da ente ministeriale a SPA.

Una trasformazione profonda, che ha comportato scelte strategiche drastiche, molto innovative e che, senza snaturarne la storia di vicinanza con la gente ed il territorio, l’ha resa capace di interpretare le nuove esigenze della società. Salvatore ne è stato uno degli artefici principali e nel suo libro ripercorre i passaggi più importanti, calandoli nella realtà più ampia dell’Italia di questi ultimi anni, comprese le lotte sindacali ed il quadro politico in continuo cambiamento.

Ma come scrivevo prima, il libro è tante cose insieme e soprattutto è la storia del grande amore fra Salvatore e Anna Maria, la Annuccia del titolo. Un amore nato all’interno dell’azienda (e come poteva essere altrimenti?), anche se tenuto rigorosamente separato da tutto il resto. Forse è sempre per questa volontà di preservarlo che l’autore ha scelto uno pseudonimo invece del suo nome vero.

E’ un libro di grandi slanci, assolutamente in linea con il carattere del suo autore. Non vi svelo altro. Chi ha fatto parte di questa storia non potrà non leggerlo con passione. Tutti gli altri lo apprezzeranno ugualmente, per la sua umanità e per la visione che custodisce dentro.

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Consigli di lettura non richiesti. 33 / Haratischwili, Edgerton, Piperno

Era da un po’ di tempo che mancava la rubrica dei consigli di lettura. Perché ultimamente mi è capitato di approfondire autori già citati in precedenti post e quelli nuovi non hanno acceso la scintilla dell’entusiasmo, quella che ti fa stare sveglio una mezz’ora in più o ti fa saltare la stazione giusta della metropolitana. Quella scintilla che, a mio insindacabile giudizio, merita una citazione in questi consigli: che essendo rigorosamente non richiesti, sono del tutto arbitrari!

Con le dovute eccezioni. Perché, ad esempio, il primo consiglio è per un vero e proprio capolavoro, che oggettivamente è una spanna sopra la stragrande maggioranza delle cose che si trovano in giro e che mi capita di leggere. Si tratta del secondo romanzo di un autrice georgiana (non della Georgia americana, quella dei Rem per intenderci, ma quella caucasica di Stalin) da un nome improbabile, Nino Haratischwili, il romanzo si intitola La luce che manca. Un volta tanto mi sono lasciato sedurre dal titolo e dalla copertina (cosa non così rara) ed anche dalla voglia di esplorare mondi letterari diversi. Mai scelta fu più azzeccata! Una storia bellissima, un romanzo di formazione, in cui quattro amiche (anzi, tre più una direi) si ritrovano dopo anni a ripercorrere le loro vite che si incrociano e si sviluppano negli anni 90, dopo la caduta dell’impero sovietico. Storie drammatiche, tenere, ironiche, appassionanti, che fanno volare la lettura e ti proiettano in quel mondo lontano, ma allo stesso tempo familiare. Grande scoperta, ho subito preso anche il suo primo libro, che probabilmente finirà in uno dei prossimi consigli!

Per il secondo suggerimento mi sposto nella confort zone del romanzo americano. L’autore è uno dei preferiti del mio amato Lansdale, quindi andavo un po’ sul sicuro, parliamo di Les Edgerton, il romanzo si intitola Tempi difficili. Romanzo crudo, diretto, adrenalinico. Classica storia ambientata nel sud degli States, nel periodo della grande depressione: una grande protagonista alle prese con mille difficoltà, un marito alcolizzato, una natura ostile, ma con un carattere di ferro e una fiducia incrollabile che le cose in qualche modo si sitemeranno. Gran libro, da leggere tutto d’un fiato.

Per il terzo consiglio invece torniamo a casa nostra, con uno dei miei autori italiani preferiti, Alessandro Piperno ed il suo Aria di famiglia. Il titolo è assolutamente appropriato al mio approccio con questo autore: leggere Piperno, già l’ho scritto forse in qualche consiglio precedente, per me è come leggere una persona che conosci. L’ambientazione dei suoi romanzi (Roma nord), l’età dei protagonisti, le storie che racconta, potrebbero essere tranquillamente la cronaca delle nostre vite, di quelle dei miei amici o conoscenti (con una certa soddisfazione vi dico solo che il protagonista, immancabilmente, è tifoso della Lazio!). Mi ritrovo nelle sue storie, in quelle che vivono e che pensano i suoi personaggi, nella Roma pigra, disincantata e piaciona in cui si muovono. Quest’ultimo romanzo, assolutamente all’altezza dei precedenti, rispecchia l’oggi, le sue difficoltà, con un occhio inevitabile alla situazione in Israele (la radice ebraica dell’autore, unica reale differenza che ci separa).

Buona lettura!

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Consigli di lettura non richiesti. 32 / Lemaitre

Era un po’ che mancava questa rubrichetta e visto l’approssimarsi delle feste natalizie (datemi retta, regalate libri e non sbaglierete mai!), ho pensato che poteva essere utile qualche suggerimento, anche se ovviamente, non richiesto. Stavolta mi concentro su un unico autore che mi ha letteralmente stregato e che non riesco a smettere di leggere. Fortunatamente ha scritto molto e quasi tutto è stato tradotto in italiano, quindi posso alimentare questa passione ancora per un bel po’.

Si tratta di Pierre Lemaitre, autore francese come si intuisce già dal nome, che continua, rinnovandola, la fortunata tradizione dei romanzieri d’oltralpe, con una prosa elegante ed avvincente, personaggi di cui non puoi non innamorarti e trame sempre molto ben congeniate. Ed è tutto talmente perfetto che un solo libro non basta a contenere tutto: per apprezzarlo fino in fondo bisogna avere uno sguardo d’insieme più ampio. Ecco perché il suggerimento di oggi va alla sua trilogia: Ci rivediamo lassù, I colori dell’incendio, Il gran mondo. Romanzi che in realtà hanno una loro indipendenza e che quindi possono essere letti singolarmente, anche perché il secondo e il terzo non hanno praticamente alcun rapporto, sviluppando in modo autonomo delle linee narrative presenti nel primo (se proprio dovessi scegliere, partirei proprio dal terzo, forse il più bello di tutti).

Con il primo romanzo si parte dalla fine della prima guerra mondiale e dalle rovine che questa si lascia dietro, nelle cose e nelle persone. Si prosegue col secondo ambientato nel periodo fra le due guerre, quando ancora ci sono solamente dei vaghi presagi di quelle che dovrà accadere, per poi proiettarsi nel secondo dopoguerra, con il terzo romanzo che si apre, anche geograficamente, al mondo al di fuori dell’Europa.

Buona lettura!

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Consigli di lettura non richiesti. 31 / Doerr, Whitehead, Wu Ming

“Agosto, lavoro mio non ti conosco”. E sarebbe bello se fosse davvero così! Ma insomma, se non proprio tutto il mese, un po’ di vacanze, cari viaggiatori ermeneutici, ve le farete? E quando si va in vacanza, non vuoi portarti un libro per farti compagnia? Potevo quindi dispensarvi dai miei preziosissimi consigli di lettura non richiesti? Basta domande e partiamo con i suggerimenti!

Il primo riguarda Tutta la luce che non vediamo di Anthony Doerr, romanzo ambientato a Saint Malò, (non vi nascondo che questo particolare ha influito sulla scelta, perché quando esattamente dieci anni fa andai in Bretagna, rimasi affascinato da questa splendida cittadina affacciata sull’Atlantico) durante la seconda guerra mondiale. Racconta le storie di due ragazzi, lui tedesco arruolato nella Wermacht giovanissimo, lei francese non vedente, che seppur lontani, attraverso le onde radio si ricongiungono. Una bella storia, ben raccontata, che apre un punto di vista originale sulle vicende della guerra.

Il secondo romanzo, La ferrovia sotterranea di Colson Whitehead, è invece ambientato negli Stati Uniti di metà ottocento. Attraverso le avventure di un’indomita fanciulla fuggita dalla piantagione in cui era nata, si racconta la storia di un’organizzazione clandestina che aiutava gli schiavi neri a fuggire dagli Stati del sud verso la libertà. Romanzo avvincente, ricco di colpi di scena, mi dicono ci sia stato tratto anche un film, che però non ho visto. Molto bello e scorrevolissimo!

L’ultimo è il più bizzaro di tutti, a partire dall’autore. O meglio dagli autori: Wu Ming infatti, contrariamente a quanto potrebbe pensarsi, non è un autore cinese. In realtà, non è un autore in generale, bensì una sigla dietro cui si cela un colletivo di scrittori che si mettono insieme per costruire delle storie corali. Confesso la mia ignoranza, non li conoscevo affatto, ma in realtà hanno scritto moltissimi romanzi, molto diversi fra loro. UFO 78 è ambientato in Italia nei giorni del rapimento Moro. A partire da presunti avvistamenti di extraterrestri, i fatti narrati, (storie di fantasia, ma molto verosimili), ripercorrono le vicende dell’epoca, con una ricostruzione minuziosa del clima di quegli anni. Gli anni di piombo, funestati dalla droga e dal terrorismo, (rosso e nero) in cui anche i giornalisti più attenti, facevano fatica a raccontare i fatti per come realmente accadevano, perché tutto era (volutamente) confuso. Molto, molto bello! Penso che tornerò a frequentare ancora questo esperimento letterario.

Che altro aggiungere, se non un buone ferie per chi le farà (andrò in vacanza anche io, ma il blog no!) e soprattutto, buona lettura!

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Consigli di lettura non richiesti. 30 / Diaz, Brooks, Gyasi

Non sentite anche voi questo profumo di primavera? In quest’ultimo week end in realtà, in alcune parti d’Italia sembrava già estate, ma io resto umile e mi accontento del clima mite che fa spuntare i primi germogli sulla Capitale e invita di nuovo a prendere la bicicletta chiusa in cantina ormai da troppo tempo. Ma il bel tempo, almeno a me, non toglie certo la voglia di tuffarsi in un bel romanzo e quindi ecco a voi una raffica di consigli di lettura, rigorosamente non richiesti, ma comunque spero utili.

Cominciamo col botto, come si suol dire in queste occasioni. Un romanzo fra i più belli letti in questi ultimi anni, una storia molto particolare, raccontata in modo ancora più particolare, La breve favolosa vita di Oscar Wao di Junot Diaz. Protagonista un immigrato domenicano ciccione, sfigato, molto nerd, appassionato di fantasy e fumetti. E attorno a lui gli altri componenti della sua famiglia, attuali e passati. La storia si svolge tra il New Jersey e la Repubblica Domenicana, quest’ultima descritta soprattutto nel corso del 900, lungo la feroce dittatura di Trujillo Molina. Romanzo divertente e romantico, pieno di citazioni fumettistiche e fantasy, raccontato in un linguaggio mezzo inglese e mezzo spagnolo, tipico degli immigrati dominicani, che solo in parte può essere reso dalla traduzione (ma sono molto accurate le note al margine). Si ride e ci si commuove, soprattutto ci si innamora di Oscar e dei suoi familiari.

Il secondo consiglio riguarda un classico romanzo da epopea americana, con i suoi miti, le sue legende e le sue grandi contraddizioni. Come il vento di Geraldine Brooks si svolge in due epoche differenti: la prima ambientata nel 1850 racconta le gesta di un cavallo eccezionale, capostipite di una razza di campioni, quando le corse erano ancora quasi agli albori ed i primi ippodromi erano luoghi di aggregazione per tutte le fasce sociali. L’altra linea narrativa è dei giorni nostri e si intreccia alla prima in modo sempre più profondo. Al di là della trama, bella, appassionante, travolgente, il messaggio che c’è dietro è purtroppo molto amaro e riguarda la situazione razziale, ancora irrisolta dopo oltre 150 anni di storia.

E di questioni razziali parla anche il terzo ed ultimo romanzo, Non dimenticare chi sei di Yaa Gyasi. A partire da uno sperduto villaggio dell’Africa nel 1700 circa, due donne e la loro discendenza vengono raccontate come gli anelli di un’unica catena di eventi, fino ai giorni nostri. Con qualche similitudine a Radici, il romanzo da una prospettiva diversa al tema schiavitù, coinvolgendo in modo diretto anche alcune popolazioni africane: la differenza di fondo quindi non è fra bianche e neri, ma fra sfruttati e sfruttatori. La lunga rincorsa alla ricerca di un’identità perduta diventa così in realtà la costruzione di un’identità nuova, che assume in sé le caratteristiche passate, di tutti coloro che ci hanno preceduti, ma che si apre anche ad un qualcosa di diverso, perché appunto la storia ama ripetere gli stessi percorsi, ma in modi sempre sorprendentemente nuovi.

Buona lettura a tutti!

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Consigli di lettura non richiesti. 29 / Robertson, Christie, Dalton, Gutfreund

Si appropinqua Natale, una volta preparati albero e presepe, sfidando la pioggia e le folle oceaniche di questi giorni, ci si tuffa alla ricerca dei regali. E potevo io, dispensatore di luce e dolcezza, rimanere insensibile ai dubbi e alle angosce dei miei viaggiatori ermeneutici in cerca di un’idea originale? Ecco dunque ritirare fuori questa rubrichetta di consigli di lettura, assolutamente non richiesti, ma non per questo meno utili. Debbo dire che quest’anno è stato particolarmente fecondo per me: facendo i conti l’altra sera ho visto che ho superato i trenta titoli, che in un anno sono due libri e mezzo al mese. Non male! E fra questi ecco quali mi sento di consigliarvi.

Cominciamo con un’eccezione, almeno per me. E’ successo che quest’estate, nei vari passaggi fra Roma e la montagna ho dimenticato lì il kindle: per una settimana sono dunque tornato al cartaceo e così ho sfruttato l’occasione per leggere un libro che non ha la versione digitale. Ne è valsa assolutamente la pena! Il più grande spettacolo del mondo è un romanzo di Don Robertson, la storia di un ragazzo normale ed insieme straordinario, che decide di attraversare la sua città per andare a trovare un amico. La storia, ambientata a Cleveland nel 1944, si svolge in una sola giornata: una giornata tragica e memorabile perché proprio quel giorno in cui il protagonista si mette in cammino, scoppia un incendio devastante che distrugge mezza città. Romanzo di formazione, il primo di una trilogia con lo stesso personaggio, che ricorda la grande tradizione americana del genere (Tom Sawyer, Huck Finn), con una galleria di personaggi che ruotano intorno al protagonista e sono lo specchio di un’umanità variegata, raccontata con ironia, dolcezza e crudeltà. Romanzo veramente eccezionale.

Con il secondo consiglio andiamo invece a spasso nel tempo, per seguire le vicende dei Greenwood, di Michael Christie. La storia inizia in un futuro distopico, intorno al 2030, quando una grande catastrofe ambientale ha ridotto gli spazi vivibili sulla terra e torna indietro nel tempo agli inizi del 900, per seguire la storia delle diverse generazioni della famiglia. Romanzo molto interessante, che riesce a chiudere mirabilmente tutti i fili delle storie che lascia inizialmente appesi, come in una spirale in cui tutti i pezzi del puzzle trovano la loro giusta collocazione.

Il terzo consiglio è dedicato ad un autore che vi avevo già consigliato (se vi interessa recuperarlo lo trovate qui), Trent Dalton. Molto bello anche questo suo secondo romanzo, Tutti i bagliori del cielo che vale assolutamente la pena leggere, soprattutto se vi era piaciuto il primo. Anche questo ambientato in Australia, ma qui siamo durante la seconda guerra mondiale: come il precedente, la storia riesce a mischiare realtà e fantasia, poesia e tragedia in maniera davvero mirabile. Una sorpresa ed insieme una conferma!

Per l’ultimo consiglio ci spostiamo in Israele, Amir Gutfreund con Per lei volano gli eroi ci racconta la storia di cinque ragazzi di Haifa dagli anni 60 fino ai giorni nostri. Storie che si intrecciano con la Storia con la S maiuscola, quella che coinvolge un popolo costantemente in guerra, che li trascina e li travolge lasciando ferite aperte anche in coloro che sembrano uscirne indenni.

Buoni regali dunque e buona lettura!