Ti alzi una mattina, in una giornata di sole in queste adorabili ottobrate romane, che profumano di ottimismo come una canzone di Phil Collins. Ormai hai passato gli ottantuno e forse sarà anche vero che a diciotto anni sai delle cose che poi da grande non saprai più, ma in fondo basta invertire le cifre e puoi riscoprire gli antichi ardori. Quelli che ti risvegliano lo spirito di squadra, che ti fanno sentire il capo del gruppo, responsabile per tutti. Anche di quelli a cui sei meno legato. Anche quelli che più o meno velatamente non sopporti.
Come l’allenatore di una squadra, che di fronte agli altri difende tutti i componenti, anche il pippone di turno. Ma è il nostro pippone e solo noi possiamo deriderlo, che nessuno da fuori si permetta. Oppure come il figlio stupido, che a volte può capitare, anche nelle migliori famiglie. Tu gli vuoi bene lo stesso, anche se passi il tempo a cazziarlo, ma da fuori nessuno si azzardi a dire nulla.
Certo chi l’avrebbe detto! Tu poi te ne volevi andare, ma loro niente, tutti lì ad insistere: dai rimani, come facciamo senza di te…Che tocca fare quando sei il Presidente di tutti!
Tra i francesi che si incazzano e i giornali che svolazzano. E tu mi fai, “dobbiamo andare al cinema”, ma al cinema vacci tu!
