Quando sei il presidente di tutti

Ti alzi una mattina, in una giornata di sole in queste adorabili ottobrate romane, che profumano di ottimismo come una canzone di Phil Collins. Ormai hai passato gli ottantuno e forse sarà anche vero che a diciotto anni sai delle cose che poi da grande non saprai più, ma in fondo basta invertire le cifre e puoi riscoprire gli antichi ardori. Quelli che ti risvegliano lo spirito di squadra, che ti fanno sentire il capo del gruppo, responsabile per tutti. Anche di quelli a cui sei meno legato. Anche quelli che più o meno velatamente non sopporti.

Come l’allenatore di una squadra, che di fronte agli altri difende tutti i componenti, anche il pippone di turno. Ma è il nostro pippone e solo noi possiamo deriderlo, che nessuno da fuori si permetta. Oppure come il figlio stupido, che a volte può capitare, anche nelle migliori famiglie. Tu gli vuoi bene lo stesso, anche se passi il tempo a cazziarlo, ma da fuori nessuno si azzardi a dire nulla.

Certo chi l’avrebbe detto! Tu poi te ne volevi andare, ma loro niente, tutti lì ad insistere: dai rimani, come facciamo senza di te…Che tocca fare quando sei il Presidente di tutti!

Tra i francesi che si incazzano e i giornali che svolazzano. E tu mi fai, “dobbiamo andare al cinema”, ma al cinema vacci tu!

Un anno di Blog

L’uomo scrive soltanto perché si tormenta, perché dubita e perché deve continuamente dimostrare a se stesso e agli altri che davvero vale qualcosa. Ma se sapessi con certezza di essere un genio…perché dovrei continuare a scrivere? Me lo sa dire perché? (dal film “Stalker” di A. Tarkovskij)

WordPress ci tiene a farmi sapere che il mio Blog ha un anno. Effettivamente è così e tutto cominciò da qui  https://giacani.wordpress.com/2013/09/20/ed-ecco-a-voi-il-blog/. E come appunto scrivevo in quel primo post, aprendo un blog cercavo semplicemente un contenitore dove mettere dentro le cose che qui e là mi capitava di scrivere. Ovviamente pensavo che con un blog avrei scritto. In realtà ho anche (anzi, soprattutto) letto. Pensavo di farmi conoscere. In realtà, molto di più ho conosciuto. E posso dire di aver conosciuto persone straordinarie: sono nate delle belle amicizie, ho vinto dei premi (più d’uno abbastanza farlocchi, a dire il vero!), mi sono divertito e mi sono commosso. Mio malgrado sono addirittura riuscito a litigare. Insomma, fermo restando che la vita vera è altrove, quest’angolo virtuale è stata una piacevole scoperta, che è andata anche al di là delle aspettative.

Un anno può essere tanto o poco, comunque può essere un’occasione per fare un bilancio. In quest’anno sono saliti a bordo del blog oltre 180 viaggiatori abituali e ci sono state oltre 13 mila visite, più di mille al mese. Non so se sia poco o tanto, né mi interessa saperlo. Spero solo che siano state visite piacevoli. Scorrendo nelle statistiche i termini di ricerca attraverso i quali si è arrivati al blog debbo dire che mi viene qualche dubbio sulla  sanità mentale dei miei lettori. In assoluto mi piacerebbe sapere cos’avesse fumato chi ha digitato “ricevere una testata contro un muto potrebbe essere pericoloso?” Perché uno dovrebbe farsi una domanda simile? Perché cercare nel mio blog una risposta? Ma soprattutto perché dare una testata ad un muto? Forse perché tanto, poverino, non può urlare? Sarei altrettanto curioso di sapere per quali strane vie telematiche chi ha digitato “strani modi per cunnilingus” sia arrivato al mio blog. Non mi pare di essermi mai seriamente applicato su questa tematica, né tantomeno di poter fornire chissà quali segreti. Mah, che dire? Grandi domande senza risposte!

Ci sono lettori affezionatissimi che non si perdono un post e quelli da una botta e via. La bellezza di questo tipo di comunicazione è forse proprio nella massima libertà che concede a chi scrive e a chi legge di esserci o no, mostrarsi o rimanere un passo indietro. Ci sono stati post molto apprezzati, altri molto meno. Alcuni con molte letture, altri quasi ignorati. Anche per chi scrive non sono stati tutti uguali. Non vale il detto “ogni scarrafone è bello a mamma sua”. O comunque, qualcuno è più scarrafone di altri. Alcuni post sono venuti fuori di getto, quasi a voler fissare su carta un’emozione. Altri sono stati più ragionati. Qualcuno è stato scritto quasi fosse una lettera personalizzata in cui solo il destinatario aveva tutti i codici di lettura, altri erano rivolti quasi solo a me stesso. Alcuni mi hanno aiutato a ricostruire ricordi, fissandoli in maniera chiara, altri sono stati liberi sfoghi della fantasia. Molto spesso il blog è stato semplicemente lo strumento per fare una delle cose che mi viene meglio. Il minchione!

In conclusione, parafrasando il mitico Woddy Allen sarei già molto soddisfatto se qualcuno, leggendo queste righe, pensasse fra sé…”be’, certo, non sarà Le anime morte di Gogol, però è un bel blog”.