Sentieri interrotti

I sentieri ufficiali in montagna, quelli segnati e catalogati dal Cai, hanno dei bei segnali rossi e bianchi che ti dicono dove devi andare. Basta avere un po’ di colpo d’occhio, seguire i segni e sei sicuro di non sbagliare mai. A volte il sentiero sembra prendere da un’altra parte, a volte la via più grande, quella apparentemente più semplice gira da un lato, ma il segno indica altrove. Magari su per un viottolo stretto e quasi nascosto: se lì ci sono le strisce bianche e rosse puoi stare tranquillo, perché quella è la strada giusta. Malgrado ogni apparenza.

Se segui i sentieri già battuti non rischierai di perderti. Non avrai sorprese, né belle, né brutte. Sai che arriverai dove volevi arrivare. Non devi star lì a ragionare più di tanto: non devi valutare i pro e i contro, né hai l’imbarazzo della scelta. Qualcuno, più esperto di te, ha fatto le scelte più giuste e ora tu non devi fare altro che fidarti di lui e seguire le sue orme.

Può capitare però a volte che senza accorgertene, ti trovi su una pista non segnata. Basta non vedere uno dei segni, magari seguendo quello che sembra essere il sentiero principale e ti ritrovi su un terreno non battuto. A quel punto puoi tornare indietro per recuperare la strada giusta. Oppure puoi improvvisare, puoi tentare di andare avanti, orientandoti con il sole o con le cime dei monti. Andare avanti su una strada sconosciuta, su un sentiero incerto, poco battuto, con la speranza che prima o poi ti riporterà sulla via principale.

Perché anche in mezzo ai boschi le apparenze possono ingannare e quando pensi di aver trovato una via alternativa, quando sei pieno di orgoglio e ti senti un novello Cristoforo Colombo, quel sentiero ampio e incredibilmente pulito, si interrompe improvvisamente in mezzo al nulla.

Ogni volta la montagna mi dice tante cose. Mi dice che per quanto possiamo essere bravi, difficilmente ci inventeremo un sentiero alternativo. Mi dice che a volte dobbiamo avere l’umiltà di tornare sui nostri passi. Che se vogliamo arrivare in cima, dobbiamo saper cercare i segni, senza lasciarsi ingannare dalle apparenze. Soprattutto mi dice che in fondo l’obiettivo può anche essere il cammino stesso, più ancora di quello che ci sarà alla fine del sentiero.