Per essere felici bisogna avere una memoria corta e una salute di ferro (A. Hepburn)
Un amico mi raccontava del sua cagnetta che aveva partorito 5 splendidi cucciolotti. Per due mesi le loro vite erano state stravolte, tutto era stato orientato in funzione dei nuovi arrivati. La cosa più incredibile, a suo dire, era stato il modo in cui la sua cagnetta, una giocherellona sempre vogliosa di correre dietro ad un pallina, oppure sempre in cerca di cibo, avesse assunto un’aria tutta seria, completamente calata nel ruolo di mamma amorevole per i suoi cuccioli, che non perdeva mai di vista un attimo.
Allo scadere dei due mesi, dopo tanti contatti e tanta fatica, era riuscito a piazzarli tutti e dalla mattina alla sera la casa si era nuovamente svuotata. La sua cagnolina sembrava impazzita: correva di qua e di là, cercando in tutta casa, annusando l’aria, guaendo e abbaiando senza tregua. Non c’era modo di tranquillizzarla, era in preda alla disperazione più totale. Poveretta!
Ma la cosa più sconvolgente è successa il giorno dopo. La cagnetta sembrava aver completamente resettato gli ultimi due mesi, compresa la drammatica giornata precedente. Scodinzolava felice per casa con la sua immancabile palletta e l’instancabile voglia di correrle dietro. Tutto passato, almeno apparentemente, tutto dimenticato. Il mio amico era davvero incredulo…come si fa a dimenticare in questo modo, in così breve tempo, un dramma così forte, un dolore tanto profondo?
Ma è strana la cagnetta del mio amico o siamo strani noi? Non sarà che invece ha ragione lei? Davvero domani è un altro giorno e si vedrà? Tralasciando il discorso genitori figli e i nostri legami a volte patologici, ma questa capacità di passare oltre il dolore, questa inesauribile voglia di riattaccarsi alla vita e alle sue gioie quotidiane, non sarà invece la cosa più naturale del mondo?
Guarda un po’ se il punto di vista giusto, quello del gustare il singolo istante dell’oggi, in cui il passato è davvero passato e il futuro non è un’ansia, ce lo debba insegnare un cagnolino! La prospettiva dell’eternità, non è in fondo esattamente questa?