Dell’essere se stessi

Essere se stessi può essere la cosa più naturale del mondo o la più complicata. Può essere la cosa più soddisfacente o quella più dolorosa. Essere se stessi non è scontato. Come non è scontato che basti esserlo, perché poi, in teoria, se non proprio migliorare, almeno dovremmo tentare di non deperire. Essere se stessi significa lavorare su di sé, ma anche su sugli altri che ci stanno intorno. Sembra banale, ma l’autostima o gran parte di essa, nasce sempre dalla stima ricevuta dagli altri. A meno ché tu non abbia doti nascoste o superpoteri tipo arrampicarti sui muri che non vuoi che si sappiano in giro.

A volte non basta una vita per capire come si fa, c’è chi non lo scopre mai fino in fondo. Chi lo nasconde con tutte le sue forze, anche e soprattutto davanti lo specchio e chi, al contrario, se ne compiace al punto da non riuscire a staccarsi dallo specchio. Spesso è solo la fine di un percorso, che si costruisce giorno per giorno. C’è chi emerge ostentando e chi al contrario si nasconde rimanendo sullo sfondo. Qualcuno non riesce a farsi apprezzare e qualcun’altro è convinto che nessuno lo accetterà mai. Alcuni bastano a se stessi e non si pongono problemi e stanno bene così. Altri hanno bisogno di continue conferme, a qualcuno ne basta una che vale tutta la vita.

In ogni caso, se proprio non volessimo essere Batman, tutti ci dovremmo impegnare per essere la migliore versione di noi stessi. E quindi Achille Lauro?