Essere se stessi può essere la cosa più naturale del mondo o la più complicata. Può essere la cosa più soddisfacente o quella più dolorosa. Essere se stessi non è scontato. Come non è scontato che basti esserlo, perché poi, in teoria, se non proprio migliorare, almeno dovremmo tentare di non deperire. Essere se stessi significa lavorare su di sé, ma anche su sugli altri che ci stanno intorno. Sembra banale, ma l’autostima o gran parte di essa, nasce sempre dalla stima ricevuta dagli altri. A meno ché tu non abbia doti nascoste o superpoteri tipo arrampicarti sui muri che non vuoi che si sappiano in giro.
A volte non basta una vita per capire come si fa, c’è chi non lo scopre mai fino in fondo. Chi lo nasconde con tutte le sue forze, anche e soprattutto davanti lo specchio e chi, al contrario, se ne compiace al punto da non riuscire a staccarsi dallo specchio. Spesso è solo la fine di un percorso, che si costruisce giorno per giorno. C’è chi emerge ostentando e chi al contrario si nasconde rimanendo sullo sfondo. Qualcuno non riesce a farsi apprezzare e qualcun’altro è convinto che nessuno lo accetterà mai. Alcuni bastano a se stessi e non si pongono problemi e stanno bene così. Altri hanno bisogno di continue conferme, a qualcuno ne basta una che vale tutta la vita.
In ogni caso, se proprio non volessimo essere Batman, tutti ci dovremmo impegnare per essere la migliore versione di noi stessi. E quindi Achille Lauro?
è un caso umano 😂
ma no dai, scherzo, io l’ammiro per la faccia tosta e una creatività più eccentrica che prolifica. ha solo queste e le mostra, ci gioca.
il suo destino, sta comunque nel nome che ha scelto…
Non so a chi ti riferisci…ma a me piace essere me stessa, anche se questo spesso mi è costato caro. Ma mi ha anche dato tanta serenità.
Leggerti mi ha fatto pensare a Pirandello e alle maschere, come forma di adattamento alla società, al contesto, al ruolo. Sovrastrutture quotidiane che difficilmente ti permettono di essere te stesso, davvero te stesso.
Che non voglio dire che si recita, la recita è finzione, la maschera invece è una metafora.
Ma soprattutto mi hai fatto pensare a “La carriola” una sua novella bellissima e che adesso mi hai fatto venir voglia di rileggere. La conosci?
C’è questo avvocato ingessato e rigoroso che, stanco della maschera che gli ha imposto il mondo e la società e di tutti gli obblighi lavorativi, diventa se stesso solo quando la sera, chiusa la porta dello studio, fa una cosa che per lui è il massimo della trasgressione: far fare la carriola alla sua cagnolina prendendola per le zampe posteriori.
Ognuno trova il modo più bizzarro che può per essere se stesso e forse si è davvero se stessi quando si sovvertono gli schemi e si cede a piccoli momenti di follia. 🤷♀️
Grazie amica mia, sempre illuminanti i tuoi commenti
Ebbene no, la citazione è sbagliata e fuorviante, lo testimonia il mio segnalibro che recita, in inglese “sii sempre te stesso, a meno che tu non possa essere un unicorno. Nel qual caso: sii sempre un unicorno!” (con relativodisegnino di unicorno tutto sbrilluccichente).
In effetti non vedo l’utilità di essere Batman (con tutto il rispetto per Batman) ma mi piacerebbe davvero tanto essere un unicorno ❤️
Da non confondere con il liocorno che poverino rimase fuori dall’Arca di Noè 🤣🤣🤣
A volte mi piace fare un gioco, immagino cioè di avere terminato la mia vita terrena. Arrivata al cospetto del grande Manitou (è un dio che mi sta simpatico, bonario e di poche pretese), egli mi dice che sono la milionesima anima salita nelle praterie celesti in quelle 24 ore, pertanto ho vinto un bonus-vita, posso cioè tornare sulla terra e vivere una seconda vita. Mi chiede come vorrei essere. Ma per quanto mi tormenti il melone per trovare un motivo per essere un’altra me, fatte le debite considerazioni, decido che vorrei essere come sono ora, né più né meno. Dopotutto sono…unica e mi piaccio così 👍😁
E perché mai dovresti cambiare infatti!