Ci sono volte in cui siamo spettatori, altre in cui siamo attori. Ce ne sono alcune in cui dovremmo agire, invece di guardare e altre ancora in cui dovremmo semplicemente fare la cosa giusta. Anche se sembra la più folle. Anche se ci costa da morire. Anche se non siamo affatto sicuri del risultato.
L’altro giorno stavo portando al prato Rose per la solita passeggiata. Prima che potessi rendermi conto della cosa, una cagna che deve avere con Rose chissà quale conto in sospeso, si è precipitata giù da una collinetta e ha aggredito la mia piccola pulciosa. La cosa è stata rapidissima, il padrone che le correva dietro, io che cercavo prima di scansare Rose che era ancora al guinzaglio, poi che provavo ad allontanare l’aggreditrice che però era riuscita a metterla sotto e a morderla al collo. Nel giro di pochi istanti siamo riusciti a dividerle, il padrone se l’è portata via, mentre io consolavo la mia cucciola, che continuava a guaire, più per la paura che per altro.
“Dovevi scioglierla subito anche tu, veloce com’è non l’avrebbe mai presa e voi nel frattempo riuscivate ad allontanare quell’altra“. Ha ragione Ale (come sempre), dovevo lasciarla libera. Pensavo di proteggerla tenendola al guinzaglio e invece ho fatto l’esatto contrario. Pensavo che stando vicino a me non le sarebbe capitato niente e invece è stata aggredita proprio perché io la tenevo legata.
Fortunatamente il tutto si è risolto con tre punti di sutura e dieci giorni di antibiotico. Poteva andare molto peggio. Ma lasciando stare per un attimo cani, museruole e guinzagli. La morale della favola può essere infatti molto più ampia. Non basta tenerli vicino a noi, non basta essere lì quando il nemico attacca. Per quanto possa essere difficile, per quanto possa essere faticoso, per quanto la cosa possa angosciarci, per quanto possa sembrare l’ammissione di una sconfitta (almeno per il nostro amor proprio), se vogliamo il loro bene dobbiamo lasciarli liberi.