I 10 luoghi comuni

Frasi fatte, luoghi comuni, modi di dire, pseudo proverbi. Come potremmo portare avanti una conversazione in ascensore con il vicino attaccabottoni? E in metropolitano con il collega molesto? Nella sala d’attesa del medico quando incontriamo un conoscente che ha voglia di parlare?

Sono cose banali, scontate, sentite e risentite, spesse volte spudoratamente false, però mi hanno sempre suscitato una strana attrazione. Perché sentiamo il bisogno di ripeterle? Quando le sento mi si accende subito una lampadina. Vorrei dire all’interlocutore, ma perché stai dicendo ‘sta stronzata? Probabilmente le tiriamo fuori quando non abbiamo proprio niente da dire. Oppure quando temiamo di dire cose sconvenienti e allora per non sbagliare ci rifugiamo nel già detto.

Ma io lo posso capire appunto da uno sconosciuto o da una conoscenza superficiale. Quando però le tirano fuori gli amici o comunque persone con cui ho un po’ più di confidenza, se sono in vena, la cosa più divertente del mondo è contraddire drasticamente: “il cane è più affettuoso del gatto? Ma quando mai! Gli scozzesi sono tirchi? Assolutamente no. Quella non è bella, però è un tipo? Sì, un tipo di scorfano, forse quello di scoglio.”

L’effetto disorientante dell’interlocutore è davvero spassoso. Ancora meglio (sempre che se ne abbia tempo e voglia) è insistere nella tesi contraria, tanto da portarlo a negare quello che aveva appena detto. “Il nuoto è uno sport completo, ma ci si raffredda spesso. E poi non stai all’aria aperta. E ti vengono le spalle troppo grandi. Quando smetti ingrassi sicuro. Rischi sempre che ti venga l’otite. E le infezioni che prendi con quell’acqua, chissà che ci sta dentro”. Lo so, quando mi ci metto sono un vero scassaminchioni!

E dunque, visto che tra l’altro le classifiche minchione mancavano da un po’, ho pensato di elencare quelle più eclatanti, quelle che nascondono un modo di pensare, un approccio alla vita o semplicemente alla relazione con l’altro, catalogandole per categorie.

Geografico. Venezia è bella, ma non ci vivrei. Perché dovresti viverci? Chi te l’ha chiesto? E hai pensato i veneziani come la prenderebbero?

Metereologico. Non ci sono più le mezze stagioni. Io ho 48 anni…avessi mai visto una mezza stagione! Dove sono finite, chi se l’è imbertate? Dai su, tiratele fuori!

NostalgicoNon ci sono più i sapori di una volta. Anche qui. Chi se li è presi? Ma soprattutto, siamo sicuri che a questo famoso ristorante “diunavolta” si mangiasse proprio così bene?

Bugiardo. Non è per soldi, ma per principio. Ecco, quando uno premette non è per questo, ma è per quest’altro, state sicuri che invece è proprio esattamente per quello. E per nient’altro!

Storico. Se Mussolini non entrava in guerra. Questa tipologia è fantastica, perché scatena le discussioni più minchione. E se i Babilonesi non avessero attaccato l’impero assiro? E se invece i Maya avessero respinto le truppe di Cortez?

Populista. I politici rubbano tutti. Rigorosamente con due b. Che poi se è un politico a dirlo si ritorna al paradosso di Epimenide su cui già vi ho intrattenuti. Quando però fai notare che in fondo li abbiamo votati noi, allora spesso ci si aggancia qualche altra perla di saggezza appartenente alla categoria successiva.

Fatalista. Nella vita nessuno ti regala niente. Che poi ‘sto signor Nessuno, da Polifemo in poi, ancora lo cercano. Perché poi dovrebbe regalarci qualcosa resta un mistero.

Etnologico. I cinesi sono tutti uguali. Anche qui ognuno ha la sua: quelli so tirchi, quegli altri mangiano patate, quelli guidano male, quegli altri non si lavano. E le olive? So’ greche.

Iperbolico. Qui una volta era tutta campagna. Questo è quello che adoro più di tutti. Un’affermazione assolutamente indimostrabile, legata a ricordi probabilmente inesistenti, ma soprattutto assolutamente priva si qualsiasi interesse per l’interlocutore.

TautologicoNei luoghi comuni c’è sempre un fondo di verità. Di quest’ultima categoria ne abbiamo avuto un fulgido esempio proprio qualche giorno fa. Il Censis (cioè, non il primo minchione che scrive su un blog) ci fa sapere che i gggiovani in Italia non vengono valorizzati. Me cojoni! E ci dovevate fare un’indagine sociologica sopra? Ma si sa, le tesi per convincere devono essere suffragate da prove. E allora che ti fa quel genio che dirige il Censis? Se ne va in pensione e lascia il posto al figlio! Ma non lo trovate straordinario? Perché in fondo è proprio vero che nei luoghi comuni c’è sempre un fondo di verità. E poi, volendo restare in tema, “ogni scarrafone è bello a mamma sua“. Ed evidentemente pure a papà.