Non è una novità, più o meno l’abbiamo sempre saputo, che quella che studiamo a scuola è la storia raccontata dai vincitori. Poi ci sono storiografie alternative che cercano di far emergere altre narrazioni: i nativi americani sterminati dall’avanzata degli europei, la strage silenziosa degli armeni, la verità dietro al colonialismo europeo in Africa. Ma anche a casa nostra, i filoborbonici che leggono la storia dell’unità d’Italia come una conquista del nord verso il sud, i nostalgici di Salò che difendono l’indifendibile.
Ormai da anni si è consolidata questa impostazione relativista della storiografia, che vuole mettere in luce punti di vista e quindi ricostruzioni diverse da quelle ufficiali. Ancora di più. Queste narrazioni diverse portano avanti una teoria della verità direi più drastica: non esiste un’unica verità, perché a seconda di come la racconti la realtà può diventare tutt’altra cosa rispetto a quella che credevi in un primo momento. Gli aggressori possono diventare liberatori, gli estremisti si confondo con i martiri, i migranti possono essere raccontati come invasori.
Ma se questo vale per la storia con la S maiuscola, quella che studiamo nei libri, vale anche per le storie più semplici, quelle che coinvolgono ognuno di noi personalmente e nell’interazione con gli altri. Qual è la vera storia della nostra famiglia? Le cose sono andate veramente come ce le hanno raccontate? Spesso queste narrazioni vengono fuori da un ricordo condiviso, quindi se anche inizialmente ci sono stati punti di vista differenti, con il tempo si sono mischiati fra loro, fino a consolidare una storia che possiamo considerare ufficiale, che alla fine diamo per scontata. A volte invece succede che il ramo materno viva le situazioni in un certo modo, che non è esattamente uguale a quello paterno. E allora nascono storie differenti, che possono addirittura andare a confliggere fra loro e noi possiamo essere sballottati e tirati per la giacca da una parte e dall’altra, così da entrare in uno dei due schieramenti.
La storia racconta storie e allo stesso modo tante storie raccontano la storia. Anche la nostra personalissima.Se rivediamo indietro gli anni passati, tramite i ricordi possiamo creare una narrazione di quello che ci è successo. Ma siamo certi che quella sia la storia autentica? Non sarà, come dice De Gregori, che tendiamo a confondere gli alibi e le ragioni e a costruirci la storia che ci fa più comodo? I ricordi e la nostalgia del passato sono spesso cattivi consiglieri, così come i rimpianti per quello che avrebbe potuto essere e non è stato. E così diventa facile riscrivere la storia, raccontarla come più ci fa comodo, mentre invece servirebbe un po’ più di sincerità. Soprattutto con noi stessi.
Mentre tu sei l’assurdo in persona e ti vedi già vecchio e scadente, raccontare a tutta la gente del tuo falso incidente…