Volendosi attenere alla stretta realtà dei fatti, questa cronaca comincia a metà febbraio, quando con solerzia ed efficienza inaspettata, la ASL RM1 mi ha mandato una letterina in cui mi invitava a partecipare ad un check up gratuito per la prevenzione dei tumori del colon. Non a me in quanto tale, ma a me quasi cinquantenne. Forse avrei dovuto attenermi al vecchio detto per cui, quando qualcuno vuole regalarmi qualcosa, bisogna subito chiamare i carabinieri, invece, ottimista come uno che porta la macchina a lavare di sabato mattina, sono andato. Ho portato il mio campione di merda (peccato che ho già scritto https://giacani.wordpress.com/2015/09/25/we-are-the-champions/ altrimenti qui ci starebbe proprio bene ribadire il concetto) e mi ero messo a posto con la coscienza. Potrete capire il mio stato d’animo quando tre giorni dopo mi hanno telefonato dicendo, “guardi forse è il caso che faccia una colonscopia”. Come, chi quando, perché???
Ora, io lo sapevo che prima o poi questa cosa mi toccava (anche questo lo avevo già scritto https://giacani.wordpress.com/2015/12/15/le-dieci-cose-da-fare-prima-dei-50-anni/), ma ovviamente speravo che fosse più poi che prima. Che poi forse, ora che tutto è alla spalle, posso ben dire che la cosa meno fastidiosa della colonscopia è il fatto che ti infilino un tubo laddove non batte il sole. Chiaramente contromano! Perché sarà pur vero che tutti i gusti sono gusti, che qualcuno magari invece…no, no! Per me quello resta un senso unico a uscire, non ammetto discussioni!
Ma, in realtà quello è il meno peggio. Direi quasi niente (posto che ovviamente ero sedato e quindi mezzo rincoglionito mentre il tubo risaliva la corrente) in confronto a: 1) l’ansia che ti prende prima di farla, 2) l’ansia per il bibitone di purga che precede di poche ore il fatto, 3) l’ansia che ti viene dopo, quando (praticamente quasi sempre), già che sono lì si portano via un pezzetto di qualcosa che qualcuno con una fantasia malata ha chiamato polipo (io i polipi li mangio ad insalata, a volte al sugo con le patate, ma devo dire che d’ora in poi li guarderò con un po’ di sospetto).
L’ansia perché i racconti di chi già ha provato il brivido – ovviamente – incrementa ed ingigantisce i tormenti che dovrai subire. Non parliamo della purga. Certo, non è una bibita con cui dissetarti dalla calura estiva, ma ho bevuto schifezze ben peggiori: il guaio è che ne devi bere 4 litri! E anche di Barbera se ne dovessi bere 4 litri alla fine ne sarei leggermente infastidito! Ovviamente però la cosa peggiore è l’ansia successiva, quella che precede il risultato del famoso esame istologico. Quella che ti fa vivere sospeso, un po’ come quando aspettavi i risultati dell’interrogazione o i voti sui quadri a fine anno. Quell’ansia che ti fa cogliere il vero peso delle cose e restituisce il giusto valore alle altre ansie con cui condiamo le nostre giornate.
Quell’ansia che, una volta svanita, ti fa essere d’accordo con il grande Woddy. No, ragazzi, dategli retta…le parole più belle al mondo non sono “ti amo”!