Nel nome del padre

La piccola Maria Antonietta prese il cognome di mamma e papà e si registrò all’anagrafe come Maria Antonietta Sarti Burnich. Trent’anni dopo incontro Massimiliano che, avendo anch’esso preso i cognomi di mamma e papà, si chiamava Facchetti Bedin. Convolati a nozze diedero alla luce il piccolo Giovanni che fu registrato all’anagrafe come Giovanni Sarti Burnich Facchetti Bedin. Giovanni trent’anni dopo si sposò Veronica Guarneri Picchi Jair Mazzola, dando alla luce la piccola Angelica, che come tradizione fu registrata con i cognomi paterni e materni, come Angelica Sarti Burnich Facchetti Bedin Guarneri Picchi Jair Mazzola.

Fortuna volle che a nessuno venisse la malaugurata idea di dare ai propri pargoli anche dei doppi nomi.

Mater semper certa pater nunquam, dicevano i latini. Siamo sicuri che d’ora in poi aumenteranno le certezze? Ma soprattutto, in un Paese come il nostro che a volte fa fatica a riconoscere diritti sacrosanti della persona, sentivamo davvero il bisogno di una riforma del genere?