100 anni e un giorno

Ieri il fratello di papà ha compiuto cento anni. Campione di pattinaggio e di hokey da giovane (ha pattinato fino ad una quindicina di anni fa), tornato a piedi da Leopoli dopo la rotta dell’Armir (mangiando fichi per dieci giorni nascosto in una campo mentre i russi facevano una caccia all’uomo), ballerino fino a tarda età. Un grande, ancora vispo e con la battuta pronta. L’ho chiamato per fargli gli auguri, “come stai zio? Eh, come uno che c’ha 100 anni“, mi ha risposto. Domenica festeggeranno con papà (93) e il fratellino piccolo (86): per loro vale quello che diceva papà qualche tempo fa, “speriamo sempre di non diventare vecchi“.

E ha ragione lui! Guardandoli tutti e tre, ognuno con le proprie particolarità, con le proprie fissazioni, ma con la stessa voglia di sorridere alla vita, mi appare evidente che l’età sia un punto di vista. E proprio pensando a loro, in particolare in questi anni recenti, in cui l’età li ha resi più teneri, più saggi, più ironici, mi accorgo che in fondo abbiamo tutto il tempo che vogliamo. Ed è buffo che ce ne accorgiamo proprio quando capiamo che potremmo non averne più. Perché se è vero che non possiamo aggiungere giorni alla nostra vita, però possiamo sempre aggiungere vita ai nostri giorni.

Abbiamo tutto il tempo che c’è al mondo
tanto ne serve alla vita per svelarci
quanto di prezioso l’amore ci riserva
abbiamo tutto l’amore che c’è al mondo
e se questo è tutto quel che abbiamo
scoprirai che non ci serve altro

Un giorno in più (o il giorno che non c’è)

Meglio aggiungere vita ai giorni, che giorni alla vita. (R.L. Montalcini)

Aveva ragione la simpatica vecchina dalla mente luminosa e dai modi gentili. Resta il fatto che oggi, come ogni 4 anni, ci è dato un giorno in più al nostro tempo. Ed è vero, come scrivevo altrove, che se fosse stata una domenica, invece che un lunedì e se ci fosse stato il sole, invece del nubifragio, sarebbe stato meglio. Ma resta il fatto che l’idea di avere un giorno in più, al di fuori dei canoni e della consuetudini, mi è sempre piaciuta.

Poi ci sono quelle strane curiosità tipo, ma chi è nato oggi compie gli anni ogni quattro anni? Quindi mentre un anno dei cani sono sette anni nostri, un anno dei ventinovefebbraini vale quattro dei nostri? E poi sarà vero che anno bisesto, anno funesto? Ma se andiamo a vedere, non è che pure gli altri tre…in più hai il vantaggio che negli anni bisestili si tengono le Olimpiadi.

Ma non divaghiamo. Abbiamo questo giorno in più. Che ci potremmo fare? Si potrebbe dedicarlo a qualcosa. Qualcosa di bello, di raro, qualcosa che valga la pena aspettare anche 4 anni. Che appena è finito pensi già al prossimo, proprio come un’Olimpiade. Un giorno diverso da tutti gli altri, dove non dovrebbero valere le regole normali. Un giorno in cui essere esattamente quelli che siamo, togliendo maschere e corazze, abbassando scudi e aprendo tutte le porte e le finestre che rimangono sempre chiuse.

Potremmo farlo diventare il giorno della sincerità. Un giorno senza bugie, con i pensieri trasparenti e la bocca in filo diretto con i sentimenti. O forse chissà, della giustizia. Un giorno per ristabilire i torti, per essere giusti, con gli altri e con se stessi. Ma si sa: “la giustizia non è di questo mondo”.  E in effetti non si può non cogliere l’ironia (che sono sempre più convinto sia l’attributo più autentico e più nascosto dell’Altissimo), di Santa Madre Chiesa, che dovendo attribuire un santo anche a questo strano giorno in più, l’ha dedicato a San Giusto. Ecco, appunto. Un giorno ogni quattro anni, mi raccomando, non di più.

And I should have known better, to lie with one as beautiful as you. Yeah, I should have known better, to take a chance on ever losing you. But I thought you’d understand, can you forgive me?