Grey’s Vergata parte seconda

(da leggere – preferibilmente – dopo aver letto la prima nota con lo stesso titolo)

Dovendo proseguire il discorso iniziato con l’altra nota, potrei cominciare con un “E invece…”

E invece non è proprio così.

Non sono poi così male organizzati.

Anzi, diciamola tutta. Le cose sembra proprio che funzioni come si deve.

Chi l’avrebbe mai detto?

45 giorni dopo, chilometri e chilometri passati sul Raccordo Anulare in macchina sotto al sole, panini su panini mangiati in piedi di corsa solo per poter fare due chiacchiere con lui, mi debbo ricredere.

Ma a farmi ricredere non è stata la pulizia delle stanze o la precisione delle visite e dei controlli. Non è stata nemmeno la professionalità dei dottori o la disponibilità degli infermieri.

No. A farmi ricredere è stata una dottoressa con le crocks rosse, i jeans sdruciti, una voce da contralto, l’aria sempre stanca e un sorriso contagioso.

Una dottoressa che non solo gli ha dato la terapia giusta. Ha passato del tempo con lui.

Non solo gli ha controllato i valori delle analisi. Gli ha sempre regalato un sorriso.

Non solo è stata a sentirlo. Gli ha raccontato la sua vita.

Insomma non ha solo curato papà. Si è presa cura di lui.

Come dice il poeta, la differenza salta agli occhi!

E improvvisamente mi ha colto questo pensiero.

Noi costruiamo case, facciamo quadrare i conti, affrontiamo cause in tribunale, scriviamo articoli sui giornali, insegniamo latino o matematica, consegniamo lettere, coltiviamo grano o vendiamo salumi.

Chi fa il dottore salve delle vite.

Ognuno di noi ha delle soddisfazioni o delle delusioni nel lavoro.

I dottori fanno uscire con i propri piedi gente che entra da loro seduta, quando ve bene.

E quando va male li lascia andar via sdraiati.

E’ una banalità, me ne rendo conto. Ma forse è così banale che ce lo scordiamo.

Quindi amici cari, la prossima volta che saremo orgogliosi o giustamente compiaciuti con noi stessi per un buon risultato lavorativo, ricordiamoci sempre che non abbiamo salvato nessuno.

E quando saremo incazzati, depressi o distrutti perché un risultato non è stato raggiunto (ve lo dice uno che questa settimana ha visto…la mia fine sul tuo viso), ricordiamoci che c’è chi deve sopportare il peso di qualcuno che non c’è più.

E infine, visto che ho letto che Patrick Dempsey lascerà Grey’s Anatomy, io un salto a Tor Vergata glielo consiglio.

Lì c’è una dottoressa molto, ma molto meglio di Meredith!