Credevo fosse amore, invece era una spazzola

Oppure potevo intitolarlo, credevo fosse una burla, invece era una candidatura. Perché in effetti è paradossale questa discussione che si è aperta su una possibile candidatura di Berlusconi a Presidente della Repubblica. Berlusconi, quello delle cene eleganti, quello della nipote di Mubarak, quello dello stalliere mafioso, con i mille conflitti di interesse e le leggi ad personam, che faceva le corna mentre lo fotografavano con i grandi della terra e dava della culona inchiavabile a Frau Angela. Esattamente, quello lì.

Paradossale solo pensarlo. Paradossale in qualsiasi altro Paese occidentale, con una tradizione democratica alle spalle, fondato su uno Stato di diritto. Non credo che si concretizzerà, non voglio neanche pensare a questa eventualità. Ma già l’averla pensata, già aver discusso per giorni su questa possibilità, mi sembra una follia, una cosa talmente inverosimile che potrebbe essere possibile solo in uno di quei Paesi della banane, in cui che so, un comico si diverte per scherzo a fondare un partito e la gente lo va a votare e gli fa pure vincere le elezioni. No, mi sa che ho sbagliato esempio.

Eppure noi siamo il Paese nato dalla resistenza, con una Costituzione bellissima, che deve essere un vanto. Un Paese con una Repubblica relativamente giovane, ma che in settant’anni di storia ha combattuto le mafie, i rigurgiti nostalgici, le strategie della tensione delle logge e dei servizi deviati, i deliri brigatistici. Un Paese che ha pagato un tributo di sangue per difendere i suoi principi, con degli anticorpi democratici a prova di qualsiasi virus, che non può commettere un errore così marchiano. Non può sbagliare fino a questo punto.

Anche se purtroppo è vero che tutti possono sbagliare. Come disse quel riccio, scendendo dalla spazzola.