Stai con me, ancora un po’ solo un momento, ti pagherò Soltanto un attimo, di nostalgia oppure per un attimo e poi vai via! E tu Parli, parli, parli di cose che passano e poi sogni, sogni sogni che poi svaniscono.
“Non ha senso questa discussione” mi hai detto. Come se tutte le discussione dovrebero avere un senso.
“In che senso?” ti ho risposto io. Ma non era il senso che intendevi tu. Perché è proprio lì il problema: tu parli di senso come significato, io parlo di senso come direzione.
Se il senso è ricordo la direzione si chiama nostalgia e gira all’indietro, a tanti anni fa, a quello che avrebbe potuto essere e non è stato. Alle speranze che avevamo e che sono svanite in questi anni. Ma chi dà la direzione alle cose, ai sentimenti, alle intenzioni? E la direzione dev’essere sempre da un lato solo? Non potremmo cambiarla, ribaltarla, per farla andare invece come avrebbe dovuto?
Se riuscissimo a cambiare direzione, gli daremmo un altro senso e allora cambieremmo anche il significato. Questo probabilmente ci farà perdere qualche sicurezza, rischierà di farci andare in confusione, ma “ci vuole il caos dentro di sé per generare una stella che danza“. Dipende da noi.
E possiamo ancora farcela.