Fai le cose per bene

Non esiste nessun manuale che parli del problema essenziale della manutenzione della motocicletta: tenere a quello che si fa. Questo è considerato di scarsa importanza, o viene dato per scontato. (“Lo Zen e l’arte della manutenzione della motocicletta”)

Dicono che invecchiando si diventa più saggi. Dicono pure che, come il vino, invecchiando si migliora. Una bugia consolatoria talmente palese che non ha bisogno di ulteriori commenti: il vino invecchiato diventa aceto e noi da vecchi, siamo certamente peggio di noi da giovani. Io per esempio non mi trovo mica migliorato. Manco per niente. A calcetto non corro più come prima, sono meno veloce, meno resistente, meno potente. La testa dice una cosa, le gambe ne fanno un’altra. E meno male che invecchiano anche i miei compari del giovedì!

Ma anche sul discorso della saggezza avrei qualche dubbio. Ad esempio, sempre riferendomi al sottoscritto, mi accorgo di essere diventato molto più intollerante di un tempo. Cose che qualche anno fa non mi davano particolare fastidio, cose che quasi non notavo, adesso mi urtano i nervi. Non è mica segno di saggezza. No, no. Ed anzi, le ultime briciole di saggezza, legate probabilmente agli ultimi barlumi di giovinezza che albergano in un cinquantenne, sono proprio le resistenze interne che mi fanno evitare scenate senza senso, che mi fanno alzare il sopracciglio invece che la voce. Insomma, che evitano, per il momento, di trasformarmi in un vecchio brontolone e litigioso, esattamente come quei vecchi brontoloni e litigiosi che ho sempre detestato. Comunque, io vi ho avvertiti per tempo.

Una riprova di questo la ritrovo nelle piccolezze, perché è nelle piccolezze che si valutano le questioni. Ad esempio, nel modo di fare le cose. E’ evidente che ci sono infinite modalità di compiere qualsiasi gesto, dal più nobile al più banale, dal più importante a quello quotidiano. Ultimamente mi trovo (troppo) spesso a mettere attenzione al modo in cui le cose vengono fatte. E purtroppo mi trovo (troppo) spesso a pensare che la fretta, la disattenzione, la superficialità, ci porta a fare le cose a cazzo di cane, non esattamente nel modo più giusto in cui andrebbero fatte.

Non dico che dovremmo usare una stilografica per scrivere la lista della spesa o mettere il cappello da chef per fare una fettina in padella, però mi sembra che più andiamo avanti e più la modalità “organo riproduttivo di segugio” sia la regola e non l’eccezione del fare. Del resto l’usa e getta impera. Sembra (anzi, ne sono certo) che le cose siano pensate e realizzate già con una data di scadenza, fatte per non durare, né tanto meno per essere riparate. E non solo i vestiti di H&M (non me ne voglia la suddetta marca, ce ne sono anche di peggio, ma mi sembra quella più simbolica per indicare questo genere di cose) o i mobili di MondoCovenienza. Le cose che si leggono, i film che si vedono, la musica che si ascolta. E forse anche i sentimenti: del resto per diventare amici, basta un clik su facebook, il quale FB ci dà persino i consigli, proponendoci quelli che a suo avviso potrebbero essere amici nostri! Lo so, sembra un discorso nostalgico (e che volete, i cinquantanni si sentono), sembra la classica premessa per dire che invece una volta le cose erano meglio di oggi. Il classico discorso da vecchio brontolone appunto.

La realtà è che forse dobbiamo (perché uso il plurale? forse perché ho l’illusione di non pensarla solo io in questo modo?) semplicemente rivedere i parametri: la nostra vita si allunga, le distanze (quindi lo spazio e il tempo) si accorciano, le cose durano di meno. Forse è anche giusto (oltre che sano) cambiare unità di misura. Fosse semplice! Ma io non dico che un romanzo dev’essere per forza Guerra e Pace o che un’amicizia fatta oggi deve per forza durare tutta la vita. Non pretendo che il divano appena comprato duri per trent’anni o che una nuova canzone sia un capolavoro come Can’t find my Way Home. I capolavori escono fuori raramente, a volte anche una sola volta nella vita. Proprio per questo però a volte, al di là del cosa fai, è importante il come. Mangiare tutti i giorni caviale e champagne non è possibile e forse non sarebbe neanche gradevole. ma se la fettina in padella prima la condisci con aglio, rosmarino e aceto balsamico, se la metti su dopo che hai scaldato un po’ l’olio, se la fai cuocere senza bruciarla, alla fine è più buona. Bisogna tenerci a quello che si fa. In fondo anche i più grandi hanno scritto pezzi semplici, banali, orecchiabili. Ma allora, che almeno sia come Valerie.