Ma non l’ho fatto apposta! E dunque? Questo che vorrebbe dire? E’ una scusante o un aggravante? Non sarà che le intenzioni delle azioni siano un po’ sopravvalutate? Non sarà che dietro il paravento delle intenzioni (che noi autodichiariamo buone) ci si senta liberi di fare quel che si vuole? E sì, lo so, il codice civile, il codice penale, colposo, preterintenzionale…ma nella vita di tutti i giorni, è così decisivo davvero sapere con quali intenzioni si è fatto (o detto), non fatto (o non detto) quella determinata cosa?
L’ho fatto con le migliori intenzioni! E pensa se invece volevi fa’ lo stronzo! La verità è che le intenzioni spesso vengono prese come attenuanti: io volevo far bene, (all’inizio, nella mia testa) se poi ne è uscita fuori una cagata pazzesca, in fondo non è mica colpa mia. Sei tu che te la prendi, è il destino cinico e baro, non mi sono spiegato/non mi hai capito.
E’ vero quello che dice la mia amica V. è verissimo: per avere cose mai avute, bisogna fare cose mai fatte. Per averle bisogna averne il coraggio, bisogna crederci fino in fondo. Bisogna andare oltre, trovare nuove strade e un po’ di coraggio in più. Ma bisogna anche valutarne le conseguenze, perché poi non ci saranno buone o cattive intenzioni da prendere come scuse. Perché in fondo, diciamocelo chiaramente: non frega una benamata ceppa a nessuno delle intenzioni con cui fai o non fai, dici o non dici una determinata cosa. Come cantava Bertoli, bisogna avere un piede nel passato, ma lo sguardo dritto e aperto nel futuro. Le intenzioni con cui facciamo qualcosa, nel bene o nel male, sono il passato. E quindi sticazzi! Sticazzi se hai fatto o non fatto detto o non detto quella cosa perché avevi (forse, chissà) un bel fine nobile ed altruistico. Non importa a nessuno. Le conseguenze sono importanti. Le cose che costruisci o le rovine che lasci. Di queste sei responsabile.
Ma come mi chiedevo qualche post addietro…c’è ancora qualcuno che, al di là delle intenzioni, si prenda le responsabilità di dire “sì, sono stato io” senza distinguo, senza attenuanti, o giustificazioni di sorta? Come dicono quelli bravi, “senza se e senza ma”? C’è qualcuno che ammetta infine di essere lui, sì, esclusivamente lui, il mandante delle sue azioni?