Hai in mano quella moneta. Quella stupidissima moneta con le sue belle facce. Perché ci sono sempre due facce. E anche se sono sempre convinto di quello che scrivevo qui https://giacani.wordpress.com/2013/10/24/aut-aut/ – che quando ci troviamo di fronte a un bivio, ad un’alternativa, forse più cercare la risposta giusta, dovremmo avere la pazienza di riformulare la domanda – resta però il fatto, indubitabile, che a volta la vita ci pone di fronte ad un’alternativa.
Allora ti immagini quel signore un po’ anziano, con gli occhiali calati sul naso, che prende in mano una moneta grezza, prima del conio e meccanicamente la mette sulla pressa. Senza volerlo stabilirà lui se vincerai la palla o il campo, se avrai il sole in faccia o alle tue spalle, se il tuo avversario batterà per primo o la farai tu. Prenderà in mano quella moneta e gli darà le due facce. Stabilirà lui la testa e la croce, non certo il destino, il fato o chissà quale altre astratta divinità. Semplicemente un vecchio signore con gli occhiali.
O forse no, forse oggi le monete nascono già con le due facce. Come le situazioni in cui abbiamo di fronte l’alternativa: nascono così, già ambivalenti. A volte l’alternativa è fra ciò che vogliamo e ciò che dobbiamo: ma in quei casi è facile scegliere. Basta aver chiaro l’obiettivo e ti regoli di conseguenza. Segui il cuore o la ragione, le regole o l’istinto: chi predomina fra i due decide. Se però non ci sono queste sfumature? Se la scelta è radicale ed assoluta? Se proprio non riesci a scegliere fra quello che perdi e quello che trovi, allora non resta davvero che tirare in alto la monetina. E magari a volte, neanche serve sapere se uscirà testa o uscirà croce.
Quando sei davanti a due alternative lancia in aria una moneta. Non perché farà la scelta giusta al posto tuo, ma perché, nell’esatto momento in cui è in aria, saprai improvvisamente in cosa stai sperando di più (Bob Marley).