Figlio mio, che posso dirti? Non riesco ad elaborare il concetto, mi sembra di essere in una bolla o forse dentro un sogno, l’incubo peggiore da cui non riesco a svegliarmi. Ti sei fatto prendere la mano, lo so, tu sei così. Non riesci a chiudere gli occhi, a far finta di non vedere. Che posso dirti? Sono orgoglioso di te, lo sono sempre stato, perché non ti volti mai dall’altra parte. Qualcuno dice che mi somigli, ma io lo so che sei meglio di me, che sei il meglio di me.
Figlio mio, che posso dirti? Ti ho insegnato io a vivere inseguendo i tuoi sogni, a metterci sempre la faccia e il massimo impegno per realizzarli, senza paura. Senza mai avere paura. Non per combattere i mulini a vento, ma per raggiungere gli obiettivi che ti eri prefisso. Io parlavo e tu ascoltavi. E per questo ora non ho più parole, perché hai vissuto come meglio non avrei potuto sperare, perché hai imparato la mia lezione. Fin tropo bene.
Figlio mio che posso dirti? Chiedo a te di dirmi qualcosa, di darmi quella speranza che io non ho più. Perché se c’è spazio per il perdono solo tu puoi dirmelo, solo tu puoi insegnarmelo. Parla tu ora ed io ascolterò. Prendimi tu per mano e ci sdraieremo di notte sotto un cielo senza luna, ad ascoltare i grilli e le cicale. Tienimi stretto se avrò freddo, stringimi forte e aspetteremo insieme il nuovo giorno. Aspetteremo insieme una redenzione possibile.
The way we look to a distant constellation
That’s dying in a corner of the sky
These are the days of miracle and wonder
And don’t cry baby, don’t cry
Don’t cry, don’t cry