L’attimo è l’emozione che precede l’azione. Non è importante quanto duri. Per quanto passi via veloce o al contrario, per quanto possa dilatarsi per durare più di quanto dovrebbe, non lo puoi misurare. Però puoi ricordare l’emozione che ti ha provocato l’attesa. E più è stata forte l’emozione dell’attesa, più quell’attimo avrà valore per te.
Hai appena scritto su what’up una frase memorabile, l’arringa perfetta delle tue ragioni, la dichiarazione d’amore che non eri mai riuscito a fare, la citazione più arguta ed ironica che potesse mai venirti in mente. E lei risponde.
E appare la scritta “tizia sta scrivendo“. Poi si ferma. E poi ricompare “tizia sta scrivendo“. E tu sei lì che pensi, “cavolo, stavolta ho fatto centro! Stavolta gliel’ho detto tutto e fino in fondo. Voglio proprio vedere cosa cosa mi risponderà”. Poi di nuovo pausa. E poi di nuovo “tizia sta scrivendo“.
Allora tu pensi “l’ho messa in crisi, ho colto il suo punto debole, finalmente sono riuscito ad entrare nella carne viva, nei sentimenti profondi. Un’altra pausa e poi ancora “tizia sta scrivendo“. Non stai più nella pelle, non vedi l’ora di leggere la risposta, “sta scrivendo un poema, perché non sa che dire. E ti credo! Ora finalmente si rivelerà, abbasserà le sue difese, mi svelerà le sue intenzioni, i suoi sentimenti più autentici.”
“Tizia sta scrivendo“. E tu assapori l’attimo dell’attesa, quell’attimo che si dilata fino a scoppiare. “Tizia sta scrivendo”. E finalmente la risposta arriva.
“Dici sul serio?”