Tra di noi

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Ci sono volte che bisogna cercare le parole, alcune volte le trovi, altre no. Ed altre volte ancora capita invece che qualcuno riesca a trovarle per te. E allora a te non resta che provare a non stonare, canticchiando sottovoce…

Almeno tu lo sai, che mi cammini accanto in ogni mio momento. Anche se sono stanco, mi sostieni piano, sento nel vento la tua mano.

Tra di noi, non ci sono più ingannevoli parole. Ma il mormorio degli anni, come onde che si infrangono nel sole. Tra di noi, c’è l’istinto di dividere il presente. E un mare di ricordi, che al correre del tempo non si arrende. E il cuore mio…si perde. Almeno tu lo sai, che sei con me ogni giorno. E mi sorridi se ti guardo.

Tra di noi, non ci sono più ingannevoli parole. Ma il mormorio degli anni, come onde che si infrangono nel sole. Tra di noi, c’è l’idea che tutto questo sia per sempre. Per poi guardare avanti e non sentirci soli in un istante.

La descrizione di un attimo

L’attimo è l’emozione che precede l’azione. Non è importante quanto duri. Per quanto passi via veloce o al contrario, per quanto possa dilatarsi per durare più di quanto dovrebbe, non lo puoi misurare. Però puoi ricordare l’emozione che ti ha provocato l’attesa. E più è stata forte l’emozione dell’attesa, più quell’attimo avrà valore per te.

Hai appena scritto su what’up una frase memorabile, l’arringa perfetta delle tue ragioni, la dichiarazione d’amore che non eri mai riuscito a fare, la citazione più arguta ed ironica che potesse mai venirti in mente. E lei risponde.

E appare la scritta “tizia sta scrivendo“. Poi si ferma. E poi ricompare “tizia sta scrivendo“. E tu sei lì che pensi, “cavolo, stavolta ho fatto centro! Stavolta gliel’ho detto tutto e fino in fondo. Voglio proprio vedere cosa cosa mi risponderà”. Poi di nuovo pausa. E poi di nuovo “tizia sta scrivendo“.

Allora tu pensi “l’ho messa in crisi, ho colto il suo punto debole, finalmente sono riuscito ad entrare nella carne viva, nei sentimenti profondi. Un’altra pausa e poi ancora “tizia sta scrivendo“. Non stai più nella pelle, non vedi l’ora di leggere la risposta, “sta scrivendo un poema, perché non sa che dire. E ti credo! Ora finalmente si rivelerà, abbasserà le sue difese, mi svelerà le sue intenzioni, i suoi sentimenti più autentici.”

“Tizia sta scrivendo“. E tu assapori l’attimo dell’attesa, quell’attimo che si dilata fino a scoppiare. “Tizia sta scrivendo”. E finalmente la risposta arriva.

Dici sul serio?

 

Immagini che lasciano il segno

La barcaccia di Piazza di Spagna oltraggiata da un branco di barbari ubriachi. Una bandiera nera che un utilizzatore neanche troppo abile di photoshop ha messo sopra il Colosseo. Le immagini della paura di oggi che servono a rendere ancora più pauroso il domani. Così magari siamo spinti a rimpiangere il passato, i bei tempi andati, quando certe cose non accadevano mica.

Ma fino ad un certo punto, perché anche lì può insinuarsi un dubbio, può nascere una paura. Ci manca qualcosa che avevamo davvero, qualcosa che abbiamo realmente vissuto, qualcosa che eravamo o non era piuttosto qualcosa che avremmo voluto che fosse? La paura che il ricordo non sia un qualcosa che abbiamo, ma piuttosto qualcosa che avremmo voluto avere, qualcosa che abbiamo perduto prima di averlo.

Il problema è sempre la paura. E’ lei la nostra unica, autentica nemica. La paura che avvelena i nostri rapporti con gli altri, che impoverisce il nostro passato, che angoscia il nostro presente, che confonde il nostro futuro. Le paure reali e quelle inventate, tutte comunque ingigantite forse ad arte da chi vuole confonderci, attirare la nostra attenzione, distrarci. Ecco, la paura serve soprattutto a distrarci. Compreso questo, resta solo da capire da cosa dobbiamo essere distratti. Ma forse siamo i primi a non voler conoscere la risposta.