Tante cose sono cambiate. Non c’erano i cellulari, non c’era internet. Il futuro era una pagina bianca tutto da scrivere. Tante cose sono le stesse. La buona musica, le montagne.
Ma anche il dolore e le domande, la rabbia e i rimorsi. I ricordi si confondono e si rimescolano disordinatamente i dettagli. Ma resta l’essenziale. Noi siamo cambiati. Noi siamo gli stessi.
Mi manchi come allora. Non capisco, come allora. Ti voglio bene, come allora. Non ci sei più, ma ci sei sempre stato. E ci sarai sempre.
Amico fraterno. Sei qui con me, quando ascolto il rock, quando cammino in alto. Quando mi entusiasmo per qualcosa, quando mi indigno e quando mi commuovo. Nei sogni e nei progetti, nelle delusioni e nei fallimenti.
25 anni però non sono passati invano. Almeno oggi riesco a scriverne.
dopo 25 anni, parlarne ancora è un segno di profondo affetto. ti stimo per questo.
Affetto, rimpianti, senso di colpa…tante cose. Però
Almeno riesco ad esprimerli. E’ già un bel passo avanti
beato te. io ancora non ho fatto pace con quest’evento. mi torna su nel mezzo della notte, come dopo aver mangiato un cavolo intero per cena. crudo…
Visto il disco che John Lennon aveva appena sfornato (Double fantasy, capolavoro) ho idea che avrebbe avuto ancora parecchie cose da dire. Scegliere la canzone più bella dei Beatles è un esercizio troppo doloroso, ma l’esercizio della memoria è peggio. Ma citando alla grossa Foer di potrebbe dire che ogni cosa è illuminata dall’interno dalla memoria.
Bellissima citazione!