Poro nonno

Guardiamola da un altro punto di vista…

Ma se voi aveste un nonno che si tinge i capelli, si mette i tacchi, corre appresso alle ragazzine, fa battute volgari in contesti ufficiali, vede nemici ovunque, stravolge il senso della realtà…ma non vi vergognereste? Non cerchereste di fare l’occhiolino ai vostri interlocutori per fargli capire garbatamente le condizioni del “poro nonno”, come si dice a Roma? “Eh poro nonno, quando era giovane quante ne ha combinate…” E non pensereste seriamente di farlo vedere, da qualcuno bravo o al limite di metterlo in una struttura adeguata dove potrebbero seguirlo, accudirlo a dovere?

Perché non vergognarsi? Perché invece continuare a frequentarlo? Perché andare da lui a pranzo tutte le domeniche? Per pietà, forse? In ricordo dei tempi andati, di quando ancora ci si poteva ragionare? O forse perché è ricco? Forse perché sotto banco vi passa qualche euro. E cinque oggi, dieci domani. Cento la prossima settimana. Tanto con la testa non ci sta più… “nonno, mi presti il bancomat così vedo quanti soldi hai in banca?” e così la visita dal nonno serve ad arrotondare la paghetta. E in questo modo cresce la corte di ruffiani, leccaculo, nani e ballerini. Perché loro gli vogliono bene, poro nonno, tanto ‘na brava persona…quando il cielo se lo riprenderà vedrete come parleranno bene di lui…già se lo rimpiangono, poro nonno, quante battute, che risate che ci faceva fare!

Ma la vergogna? C’è ancora qualcuno che si vergogna in questo paese?

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