Questo romanzo nacque da un esperimento o se vogliamo, da una scommessa.
La storia è abbastanza semplice: un uomo e una donna che si incontrano casualmente sul web e cominciano un dialogo via via più intenso che fa nascere un sentimento sempre più forte, fino chissà. In questo senso certo è una storia datata, scritta a cavallo del nuovo millennio, quando ancora gli incontri sul web erano agli albori, non esistevano i social network e anche le chat erano cose per addetti ai lavori. Oggi una storia così non avrebbe senso o comunque si svilupperebbe molto più velocemente e in forme e modi differenti.
La scommessa fu scriverlo a 4 mani con Letizia, un’amica conosciuta sul web, guarda caso in un sito di scrittori esordienti (esattamente questo http://www.danaelibri.it/rifugio/rifugio.asp.) Partimmo con un’idea, qualche suggestione e poche altre certezze. Da qui facemmo in modo che i due personaggi continuassero in maniera quasi autonoma. Gli costruimmo intorno i due mondi, i contesti su cui si muovevano, le storie che li avevano portati fino a quel punto, ma poi lasciammo che scrivessero loro la storia, lasciando a noi il compito di semplici portavoce.
Non so dare una valutazione obiettiva di cosa ne venne fuori. Però i giudizi furono lusinghieri e soprattutto, noi ci divertimmo un mondo a scriverlo, perché l’uno non sapeva cosa avrebbe scritto l’altro, non conosceva come sarebbe proseguita la storia e lo scopriva insieme, o meglio, attraverso il proprio personaggio.
Chiudo con un retroscena divertente, il commento di un amico. Proprio in quel periodo un altro nostro amico si stava separando dalla moglie dopo aver conosciuto una su internet.
“Questa è la differenza tra te e le persone normali. Lui conosce una su internet e se la porto a letto, tu ci scrivi un libro.”
* * * *
Dalla 4 di copertina.
Un uomo. Una donna. Due individui. Due solitudini. Due monitor. Attraverso cui lasciarsi spiare, per scivolare compiaciuti e curiosi nella maglie di una rete che, avviluppandoli, li rende quasi ciechi nei confronti del mondo che li ha circondati fino a quel momento.
Quella che si presumeva fosse la realtà, diventa cornice. Quello che fino a un attimo prima era pura possibilità, si concretizza nelle loro menti e pare addirittura possa diventare realtà. Quello che potrebbe essere solo un fenomeno astronomico diventa uno spartiacque, un rito di passaggio verso una nuova vita. O meglio, verso un nuovo modo di affrontare la vita. Perché un modo nuovo di comunicare può insegnare un nuovo modo di vedere, di sentire, di sognare.
“Occhi che vedono come i miei, orecchie che sentono come le mie?” scrive Guido a Bianca. Ma le parole scritte, anche se inviate alla velocità di un battito di ciglia, possono dire così tanto?
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Molto bello scrivere a quattro mani. Ogni volta che mi è capitato, mi sono divertita eho imparato molto. Nessun romanzo, però, racconti con diverse persone. Molto bello e stimolante. Ciao.