Rompersi un osso è – lapalissianamente – un’esperienza traumatica.
Già quando era appena successo, sotto i fumi della morfina, avevo buttato giù qualche considerazione che andava al di là del mero fatto fisico (se ve l’eravate persi, esattamente qui). Perché in effetti la rottura ha in sé dei significati che vanno al di là, che metaforicamente alludono a situazioni diverse.
Quando qualcosa si rompe, rimani sempre senza parole. Fino a quel momento ci contavi, pensavi di poterci fare affidamento. Lo davi per scontato. Per questo può succedere che tu abbia esagerato, che anche involontariamente l’abbia caricato di troppi pesi, troppe responsabilità. In questi casi la rottura è preceduta da qualche scricchiolio, da qualche segnale di insofferenza. Che dovresti essere bravo a cogliere (se solo fossi meno distratto da tutto il resto, se solo fossi capace di concentrarti su quello che il mondo ti vuole dire).
Altre volte invece la rottura avviene in modo del tutto inaspettato. Senza alcun avviso. Dal tuo punto di vista anche senza alcuna ragione. Ma chi l’ha detto che ci debba sempre essere una ragione? In ogni caso sei lì, perso in tutt’altri pensieri, e lui si rompe. A quel punto è chiaro che forse la tua fiducia era stata mal riposta e sarai costretto a rivedere qualcosa. La miglior cosa di una giornata sbagliata è sapere che non sarà passata invano. Sapere che quando sarà finita tu avrai un giorno in più, non sarai più lo stesso e soprattutto ne avrai preso coscienza. Da domani saprai meglio su chi e su cosa contare.
urca, mi ero perso il prologo. buona ripresa!
(questo vuol dire che ci inonderai di post, bloccato davanti alla tastiera con una gamba all’aria?) 😛
Paura eh… 🙂
Sono stata a leggere l’antefatto.
Mi hai fatto piangere, uffa. Sono in attesa di decidere se farmi operare ad un ginocchio, operazione che anche per me comporterà tre mesi di ferma. E la cosa mi spaventa, mi atterrisce, l’idea di stare ferma e dipendere dagli altri, castra la mia fantasia. Ma tu hai scritto un finale così bello e speranzoso che quasi quasi decido per il sì, poi vengo a trovarti e sverniamo i tre mesi in compagnia 😉
Anch’io m’ero persa l’incidente. In bocca al lupo.
Ecco, appunto.
Macchettelodicoaffare!
Bella riflessione. Sì, quel giorno in più coi suoi fatti e i suoi pensieri fa bene … dopo. Durante è tutta un’altra cosa, ma tant’è …
io farei volentieri senza tante tempeste e rotture di ogni genere..ma non è possibile per nessssssuno… comunque ogni giorno fa la sua storia.
buona vita!
‘La miglior cosa di una giornata sbagliata è che non sarà passata invano’. Grazie per avermelo ricordato. Bel post.
Chissà, vorrei tanto fosse così, a me sembra che le mie giornate sbagliate ritornino come il giorno della marmotta sempre uguali a se stesse, a distanza di anni anche, quando eri proprio certa che quell’errore non l’avresti commesso più, che gli sbagli del passato avevano lasciato il lorso segno … spererei almeno errori diversi, invece niet. Però ho preso coscienza e no, non sono più la stessa di certo. Sono però molto contenta che tu stia meglio!
Grazie! Il mio era un auspicio, più che una certezza…un auspicio che condivido volentieri con gli amici, come te. E’ difficile certo, ma almeno dobbiamo provarci!
Provarci … Sempre!
Sì, provarci sempre. Se non per noi, magari per amore!
https://giacani.wordpress.com/2014/04/16/si-puo-fare/