Ricorda per sempre il cinque novembre

Non doveva andare così. No che non doveva.

Soldi facili pensavi. La siccità si era portata via anche l’ultima bestia e lavoro non ce n’era. C’erano invece due bocche da sfamare, un futuro da costruire. Soldi facili. Com’è facile morire. Anche se hai ventidue anni e a casa una moglie e un bambino che ti aspettano.

Non doveva andare così. Non è giusto perdere un padre prima ancora di conoscerlo. Hai idea di che cosa sia stato crescere da solo? Con i racconti che si mischiano e si confondono con i ricordi, fino a non capire più dove cominciano gli uni e dove finiscono gli altri. In realtà non è vero che sia cresciuto da solo. C’era sempre quest’odio insieme a me. L’odio che cresceva sempre più forte, che mia aiutava ad andare avanti, a rispondere ai bulli, a mandare via le lacrime. Ti avrei vendicato, lo sai che l’avrei fatto, l’avevo giurato.

Perché l’odio è come l’amore papà, hanno la stessa natura. Si alimentano e crescono da sé, trovano forze e vigore nelle difficoltà e vanno dritti alla loro meta come le luci delle stelle.

Gli anni passavano veloci, ormai era tempo di agire, avevo diciassette anni, ero un uomo e potevo finalmente affrontare l’uomo che mi aveva portato via mio padre, che si era portato via per sempre l’innocenza della mia fanciullezza, condannandomi a crescere troppo in fretta.

Quel 5 novembre era una giornata di una bellezza sconvolgente, quelle giornate quando il sole è ancora caldo come fosse primavera e il cielo è di un azzurro imbarazzante. Il giorno giusto per ristabilire la giustizia, per far tornare finalmente i conti.

Mi ero procurato una pistola, la stringevo nella tasca, neanche avessi paura che potesse fuggire via. Avevo studiato il percorso, controllavo l’orologio, lo sapevo che tra qualche istante sarebbe uscito di casa ed ero lì a riprendermi quello che mi aveva tolto dodici anni prima.

Il tempo e lo spazio sono concetti strani. Ad esempio, la vedi quella stella laggiù? Noi continuiamo a vedere la sua luce, ma forse lei è morta da tempo. La sua luce continua a viaggiare nello spazio per chilometri e chilometri, viaggia nel tempo per anni e anni e noi continuiamo a vederla, ma forse lei non c’è più, è sparita nel nulla senza che noi possiamo saperlo.

Quel giorno l’uomo che ti aveva ucciso non era solo. Uscì di casa ed io arrivai silenziosamente dietro di lui, con il dito sul grilletto della pistola che urlava nelle tasche. Non era solo perché aveva in braccio un bambino, ancora mezzo addormentato. Camminava avanti a me, eravamo a due metri di distanza, il bambino ha tirato su la testa, mi ha guardato, ha fatto un sorriso e mi ha fatto ciao con la mano.

L’amore e l’odio sono come la luce delle stelle, continuano a viaggiare, ma forse la loro origine non c’è più da tempo. E noi dobbiamo solo rendercene conto.

 

23 thoughts on “Ricorda per sempre il cinque novembre

  1. Romolo che fai, la butti lì così? Che poi dico io, commozione a parte, dopo che succede? Tu non puoi mollare la faccenda così come si fa con una patata bollente, a Romolo nun se po’ fa’
    Non c’è più religione …

  2. fine definitiva della mia storia d’amore.
    la più bella,intensa, travolgente, lunga storia d’amore che abbia mai vissuto.
    Fine della vita.Ora sopravvivo. E basta.

  3. Sai che mio fratello ha avuto un’esperienza simile a questa?
    E’ stato traumatico…la realtà a volte supera la fantasia, o non è fantasia?

  4. Splendido. Davvero.

    Complimenti per il blog, da oggi ti seguirò con attenzione!

    Ciao!

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