Sail away sweet sister

Quando devi scalare una montagna la tua mente, il tuo corpo, il tuo spirito, la tua volontà, tutte le tue capacità, tutto te stesso è concentrato e proiettato verso la vetta. Può succedere persino di non sentire la fatica. Puoi cadere, ti possono venire i crampi, ma tutto è passeggero perché la vetta, il traguardo, il tuo obiettivo ti chiama, è lì davanti a te e tu sai che puoi raggiungerlo.

Una volta che l’hai raggiunto può capitare che la stanchezza ti cada addosso tutta insieme. Oppure che si insinui piano piano e cominci a mordere i tuoi muscoli, a farsi sentire nelle giunture, ad appesantire il tuo cammino. Ma non c’è niente di strano, non c’è niente di male. E’ così. Per quanto possiamo essere forti, per quanto possiamo essere di esempio, può succedere a tutti di sentire la fatica. E non c’è un modo per evitarla. Non siamo superuomini (o superdonne). Non c’è un modo. Se senti la fatica non devi neanche far finta di non sentirla, perché poi è peggio.

Allora, anche se non hai avuto bisogno di nessuno per raggiungere il traguardo, una volta che è tutto finito, una volta che hai avuto la tua medaglia e tutti ti hanno applaudito, qualcuno che ti porti un asciugamano, qualcuno che ti faccia un massaggio, qualcuno – soprattutto – che ti ricordi che ce l’hai fatta, può essere utile.

E non dimenticare quello che ti scrissi tanti anni fa…perché lo sai che è sempre valido e non cambierà mai!

Sail away sweet sister, sail across the sea, maybe you find somebody, to love you half as much as me. Take it the way you want it, but when they let you down my friend, sail away sweet sister, back to my arms again.

 

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