Chi fa la storia (ovvero il teorema del quindicidodici)

Tra bufalo e locomotiva la differenza salta agli occhi. La locomotiva ha la strada segnata,  il bufalo può scartare di lato e cadere. Questo decise la sorte del bufalo, l’avvenire dei miei baffi e il mio mestiere.

Qualcuno mi chiama Destino, qualcuno mi chiama Provvidenza, qualcun altro mi chiama Caso. Qualcuno è convinto che io esista, che abbia un disegno preciso, uno spartito già scritto, più o meno ragionevole, più o meno sensato. Altri invece pensano esattamente il contrario, pensano che non ci sia alcun nesso causale fra le cose o comunque, se anche ci fosse, sarebbe totalmente arbitrario e senza alcuna ragionevolezza.

Difficile dire chi ha ragione. Ci sono buoni motivi per l’una o l’altra tesi. Una cosa però è certa, anzi più d’una. Io non sono reale, però sono ciò che rende reale la realtà. Non sono possibile, ma sono la condizione di possibilità delle cose. Non sono necessario, ma necessariamente tutto il possibile che diventa reale, passa da me.

Sono l’insieme delle cause. Perché a ritroso, da ciò che è successo puoi risalire a ciò che ha fatto sì che succedesse. Sono l’insieme delle circostanze, tutti i fattori, i più diversi, i più lontani e apparentemente slegati fra loro, che hanno concorso a far sì che quella cosa si realizzasse in quel momento, in quel luogo, in quella maniera. Sono l’insieme delle coincidenze. Perché se solo uno degli elementi costituivi fosse venuto a mancare, se solo uno dei tasselli non si fosse armoniosamente incastrato con gli altri, il disegno complessivo non si sarebbe realizzato.

Metti due numeri che magicamente si ripetono e si rincorrono nella tua vita: 15 e 12. Sono un caso? Una coincidenza? C’è un motivo dietro tutto ciò? C’è una necessità? Un piano complessivo? Un’intelligenza? Sta di fatto che le singole cause, o circostanze o se preferite, coincidenze del flusso degli eventi hanno preso una svolta. Hanno escluso tutte le altre e ne hanno scelta una. E così la storia è andata in un modo, piuttosto che in un altro. Ma che sia stato il Caso o la Provvidenza, il Destino o la semplice casualità, la storia la scriviamo noi. E poco importa se come protagonisti o come comprimari. Seguendo le coincidenze oppure facendo finta che non esistano. Noi. Sempre noi.

Ma allora vorresti dirmi che tu credi nelle coincidenze? Certo, almeno finché loro continueranno a credere in me.

 

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