Tutto quello che dovete sapere prima, durante e dopo aver visitato l’Expo e che nessuno vi ha mai detto prima (anche perché prima di cosa? L’Expo è cominciato due mesi fa!)
Allora, prima di tutto comprate un biglietto. E uno direbbe, va be’ grazie, che vuoi entrare gratis? Ma io intendo comprate un biglietto solo, anche se dovete andarci in quattro. Lo comprate su internet, vi mandano il pdf, ve lo stampate quattro volte e andate. Tanto non controllano. Così mi avevano detto. Però io non mi fidavo e poi l’idea di entrare a sbafo non è che mi piacesse molto. Così ne ho comprati quattro. Però vi confermo che i controlli sono assolutamente farlocchi e davvero potevamo entrare tutti con uno solo. Va be’ io ve l’ho detto, poi fate un po’ come vi pare.
Secondo cosa. Avete figli adolescenti? Lasciateli al mare. Con la nonna. O la zia. O qualche amico. Volete portarveli con voi? Sappiate che ve le sfrancicheranno dall’inzio alla fine, senza soluzione di continuità. Lì c’è fila, quello che ce vai a fa? Quell’altro guarda quant’è brutto! Te pare che annamo a vede’ quello dei cinesi? Io so venuto solo per quello dell’Australia, quando si mangia? Senti che caldo, ma i bagni dove sono? Mi prendi un gelatino? Insomma, anche qui, io ve l’ho detto, poi fate un po’ come vi pare.
Passiamo alle indicazioni serie (ahahahah buona questa!)
– I padiglioni possono essere divisi in due grandi famiglie: quelli che presentano il Paese e quelli incentrati sul tema della nutrizione. I primi – a mio insindacabile giudizio – sono molto più belli e interessanti rispetto ai secondi. Quali sono? E be’ girate e scopritelo da soli, che vi devo dire tutto io?
– Va be’ qualcosa vi dico. Dovendo fare una parzialissima, quanto soggettivissima classifica, direi che il più bello in assoluto e per distacco è quello del Kazakhstan. Del resto, i Kazari mi sono sempre stati simpatici. Poi la Germania, la Colombia e l’Angola. Molto belli anche quello della Corea e della Malaysia. Non sono riuscito a vedere quelli del Giappone e degli Emirati Arabi, che mi dicono molto belli.
– I padiglioni dei paesi europei non mi sono piaciuti, con l’unica eccezione della già citata Germania. Quello dell’Inghilterra (la riproduzione di un alveare) forse vale la pena vederlo di sera o comunque con il buio. Di giorno è assolutamente insulso.
– Evitate i padiglioni che uniscono diversi Paesi: sono semplicemente delle grandi bancarelle di prodotti.
– Quasi tutti i padiglioni hanno un ristorante con i prodotti tipici. Molto belli, ma molto molto cari. Evitate. Invece, se volete mangiare la cucina tipica di quegli stessi Paesi, di fronte o comunque nelle più strette vicinanze del padiglione di solito ci sono bancarelle che offrono sempre prodotti tipici. Hai la scomodità di stare in piedi o comunque seduto in modi scomodi, però si risparmia molto. A voi la scelta!
– Per esprimere un giudizio estetico sull’albero della vita vorrei essere aulico, ma vedendolo la prima cosa che mi è venuta in mente è stata la citazione sulla corazzata Potiomky di fantozziana memoria.
Noi siamo andati di venerdì e non abbiamo trovato fila all’ingresso, certo l’ideale è evitare i fine settimana e soprattutto, sfruttare al meglio le ore mattutine, perché dopo pranzo l’afflusso di gente aumenta a dismisura. Dopo le 19 cominci a sentir parlare milanese (a quell’ora l’ingresso è a 5 euro e ovviamente gli autoctoni ne approfittano). Entrati alle 10, siamo andari via verso le 19, distrutti ma soddisfatti. Con un unico dubbio irrisolto: ma dov’era il padiglione dell’Australia?
sono stata a maggio – biglietti omaggio! – e già si moriva di caldo, immagino in questi giorni… la mia opinione? sono rimasta delusa, forse avevo aspettative sbagliate, ma mi è sembrato una grande kermesse di tipo folcloristico/architettonico. subito dopo lo stupore per il padiglione zero, ho perso i contenuti, i messaggi e tutto quello che mi sembrava volesse dire questa manifestazione. ma ripeto, probabilmente la colpa è mia che non avevo le idee chiare, e comunque ritornerei per il padiglione del Giappone che nella sua eleganza, vale la lunga fila di attesa. ciao!
Io oggi ho saputo che l’albero è costato 3.000.000 di euro e che è stato realizzato da una cordata di imprenditori bresciani e “donato” all’Expo con l’idea di un ritorno di marketing. TREMILIONI DI EURO! E ho detto tutto.
Ma prendiglielo ‘sto gelatino ai figli, sei un po’ taccagno, nè 🙂
Se ci andrò, quello del Giappone sarà un must!
Bel resoconto!:D
Io aspetto il fresco. Grazie delle dritte
ma come con un biglietto entri in cinque, niente controlli?!? noi dobbiamo farci una roba teatrale fra qualche tempo e ci hanno chiesto con cinque mesi du anticipo vita miracoli casellario giudiziale foto segnaletica taglia mutande e divieto di ingresso di qualunque oggetto appuntito, e tu mi dici che non ci sono controlli?!?!?!
Dovevamo andare a settembre…non andremo, per scelta.
E perché? In fin dei conti vale la pena
Qualche amico è andato, diversi sono soddisfatti, altri meno. Sinceramente anche per quello che sentiamo e vediamo stò nutrire il mondo, che dovrebbe essere l’argomento principale, e sicuramente c’è, nutre ben altro. Se devo andare solo per vedere come è il resto del mondo, lo faccio con altri mezzi. E non credo neanche più all’Expò che da lavoro all’Italia, questo lo vedremo dopo la chiusura, questo pensiero è legato ad un fatto coerente accaduto ad una persona attendibillissima.