Le giuste battaglie

La verità è che si cambia. Purtroppo, per fortuna, non saprei: a volte è un bene, perché solo gli idioti non cambiano idea, a volte è un male perché si rischia di perdere la strada o ancora peggio di perdersi nella strada. Però è un dato di fatto: cambiamo. Cambiamo idea, cambiamo taglio di capelli, cambiamo gusti gastronomici, cambiamo amici, cambiamo addirittura le cellule del nostro corpo. Evolviamo, oppure degeneriamo, dipende da tante cose, a volte è anche difficile dirlo.

Cambiamo. Una delle cose che avevo imparato in questi 48 anni di vita e che avevo sempre cercato di applicare, una di quelle cose che qualcuno chiama “regole di vita”, per me era una massima di Lao Tze tratta dall’arte della guerra: combatti le battaglie che sei sicuro di poter vincere. Perché impegnarsi a combattere nemici troppo forti? Oppure, perché perdere tempo e sudore per cercare di far ragionare uno stupido? Perché cercare di cambiare una situazione sulla quale già sappiamo probabile evoluzione e quasi certo finale? Margaritas ante porcos, energie sprecate, fatiche inutili. Meglio, molto meglio evitare, girare a largo, alzarsi dal tavolo e salutare tutti.

Per molti aspetti in effetti la penso ancora così. Ma non è il buon senso quello che di solito mi consiglia la non belligeranza: se mi fermo a ragionarci non posso non ammetere che in realtà è la mia pigrizia che mi spinge sempre a pensare che non ne valga la pena. Però, c’è spesso un però. Come vi ho già raccontato, mi capita sempre più spesso di trovarmi ad essere come l’avvocato delle cose perse, che si affeziona agli obiettivi impossibili, che si lascia sedurre dagli obiettivi improbabili. In altre parole, oggi a differenza di ieri, penso che ci siano battaglie che valga la pena combattere, a prescindere dall’esito. Anzi, che valga la pena combattere solo perché è giusto farlo, anche sapendo già che sicuramente si uscirà sconfitti.

Saranno i primi segni del rincoglionimento senile? Chi lo sa. E’ un dato di fatto che mi sta scemando quell’ansia da prestazione, il voler raggiungere l’obiettivo a tutti i costi, la paura di sprecare tempo, energie, occasioni. E paradossalmente divento meno pigro, mi viene da impegnarmi di più, anche solo per il gusto di farlo. Una volta si diceva, da giovane incendiario, da vecchio pompiere. Allora forse sono stato programmato a rovescio.

25 thoughts on “Le giuste battaglie

  1. Molto vero e condivisibile quello che scrivi. Dico che è un bene che cambiamo, evolviamo, che siamo sempre in cammino. E’ una ricchezza, è desiderio di rinnovamento! E quanto mi ritrovo nell’ultima cosa che hai scritto “E’ un dato di fatto che mi sta scemando quell’ansia da prestazione, il voler raggiungere l’obiettivo a tutti i costi, la paura di sprecare tempo, energie, occasioni”. Crescere o invecchiare che sia (preferisco la prima ;-)) regala questo senso di liberazione e di libertà, impagabile, e un maggiore gusto nell’affrontare ogni cosa.Bel post!

  2. Forse a questi pensieri si arriva a 48 anni, o forse è solo le esperienze di vita che ci fanno capire dove ne vale davvero la pena. E a lottare per questo, con costanza e fermezza, non ostinazione. Con comprensione.

  3. per me non c’è età: massima stima per chi non si stanca mai di lottare.
    “Hay hombres que luchan un día y son buenos. Hay otros que luchan un año y son mejores. Hay quienes luchan muchos años, y son muy buenos. Pero los hay que luchan toda la vida: esos son los imprescindibles”

  4. Quoto il pensiero di Chiara.
    E aggiungo che a 45 anni ho imparato a mangiare gli arrosticini di pecora, gli spinaci e le zucchine ripiene.

  5. Molto interessante l’ultima frase, ci sarebbe da parlarne a lungo. Non so se dipende dall’età ma è una sensazione che non conosco e che però sempre affascinante.

  6. Ma io non sono così e penso che neanche mi piacerebbe esserlo. Non che non stimi chi invece ci riesce! Ma appunto, sono troppo pigro, troppo! Però appunto, ultimamente, di fronte a certe situazioni, la mi pigrizia vacilla e la voglia di tirare un sasso, anche se faticoso, anche se inutile, prende il sopravvento!

  7. Il mio percorso è esattamente contrario al tuo. Ho sempre portato avanti lotte e battaglie di “principio” senza curarmi dell’esito. Mi sono sempre reputata forte il tanto da affrontare qualunque sconfitta. E l’ho fatto.
    Oggi, dopo tante e forse troppe esperienze, è esattamente il contrario. Seleziono battaglie, uomini e avversari sempre certa di averla vinta quanto meno con me stessa.

  8. Distinguerei le giuste cause dai valori irrinunciabili. Le prime sono a volte utopie e se ne può fare a meno. Per i secondi invece si può dare la vita. Può darsi che la maturità porti a saper discernere.

  9. Mi ritrovo in questo tuo modo di essere e no, non è rincoglionimento senile, è perdita dei freni inibitori….ho scoperto dopo i quaranta che non mi frega più una cippa di agire per essere accettata, voglio agire per me stessa e il tempo è troppo breve per sprecarlo in paranoie o seghe mentali. Se voglio impegnarmi lo faccio, se voglio mandare a stendere pure…..sto diventando una mina vagante e mi piace un sacco! 😀

  10. Penso che cambiare sia inevitabile, e credo lo dica anche la scienza… riguardo alle battaglie, ho sempre pensato che certe battaglie non valesse la pena combatterle, non so se per pigrizia o per il fatto che non mi interessavano davvero… ma quando le battaglie le combattevano gli altri, tifavo… mi manca ancora molto ai 48 anni, magari farò in tempo a cambiare idea, ad essere programmata a rovescio anche io… 😉

  11. Cambiare è inevitabile e quando si impara ad accettarlo è anche una cosa molto bella, spesso. Io credo di essere stata molto ‘impegnata’ ma sempre in una maniera un po’ astratta, cercavo di cambiare il mondo tutto intero, per così dire, e qualche volta, temo, più a parole che a fatti. Ci credevo moltissimo, però. Oggi non più, ma solo perché credo nel cambiare le piccole cose, nel vivere a proprio modo, e così forse, se mi riesce, trasmettere i miei principi a chi mi è vicino e ha voglia di guardare, ma senza più pensare che il mio cambiamento sia necessariamente quello giusto. Penso che non si passi da pompieri a incendiari, ma che si impari a sentirsi a proprio agio con il possibile. Le grandi utopie spesso scoraggiano e allora magari si finisce per rinunciare. I piccoli sogni invece sono più realizzabili e quindi più tenaci e forse alla fine sono quelli che cambiano davvero qualcosa, poco alla volta, passo dopo passo.

  12. Combattere fa parte della vita, ma non può essere uno stereotipo, una generalizzazione. Combattere è caso per caso e quello per cui lo facevi una volta magari diventa diverso da quello per cui lo fai adesso, perchè non c’è cosa più positiva nella persona è il cambiamento. Il cam,biamento è evoluzione, maturazione…ovviamente ricordandoci che gli altri vanno rispettati e ricordandoci di non violentarsi, perchè allora non centra niente la senilità, ma l’idiozia.

  13. Pingback: Emozionami Tag | MrsBean73.

  14. Non è assolutamente il caso di fare eccezioni, e ti confesso che anche io non li amo molto 😉 ma l’idea di suggerire articoli che ci hanno trasmesso qualcosa mi è piaciuta!
    Quindi massima libertà, buona lettura 😉 e buona giornata!!!

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