La sharing economy è quel tipo di sistema che si basa sulla compartecipazione, sull’uso prima del possesso. Tutti dicono che sarà il nostro domani, il futuro delle economie occidentali. In fondo però, se vogliamo, potrebbe essere la prova che Marx non aveva poi tutti i torti, perché di fatto è il superamento della proprietà privata. Perché avere una macchina, pagarne l’acquisto, il bollo, l’assicurazione, le riparazioni quando posso chiedere un passaggio a chi tutti i giorni fa io mio stesso percorso o quando posso prenderla in prestito quando mi serve? Perché avere una seconda casa per le vacanze quando posso andare di qua e di là, cambiando meta ogni volta? E così nascono bla bla car, airbnb e tutte le nuove forme di utilizzo condiviso.
Ma pensiamo anche alle cose più banali. Quante volte usiamo il trapano in un anno? Una? Due? Io mai perché faccio disastri, ma le persone normali penso che a stento arrivano a tre. Eppure ognuno ha un trapano in casa. Ne basterebbe uno per condominio, da prendere quando se ne ha bisogno e il problema sarebbe risolto. E così per il tosaerba da giardino e tante altre cose. E’ il discorso della cosiddetta “decrescita felice”, un nuovo paradigma che in qualche modo dà una risposta alla crisi generale dei consumi.
Allarghiamo il discorso. Perché lo sharing, non si ferma alle cose. Ad esempio la esternalizzazione di alcuni servizi non è in fondo la traduzione in termini lavorativi di questo paradigma? Ditte delle pulizie, agenti di vigilanza, ma un domani anche lavori più specialistici potrebbero essere “compartecipati” da varie aziende per ridurre i costi (non so con quali benefici per i lavoratori…)
Arriviamo alle estreme conseguenze. Non è che senza saperlo, senza ammetterlo pubblicamente, già da tempo abbiamo compartecipato anche i sentimenti? Gli amici quando servono, le relazioni leggere, le coppie aperte, i trombamici. E d’accordo che le relazioni autentiche sono quelle che rendono liberi, dove tu non sei “mia” ed io non sono “tuo”. Ma siamo sicuri che nelle relazioni l’alternativa al possesso sia l’utilizzo? E’ questo che davvero ci dovrebbe rendere più liberi, più realizzati, più aperti alle nuove tendenze? Non so, qualcosa mi sfugge.
O forse semplicemente, sono io che sono troppo vecchio per questa sharing feelings.
Il fatto che entrambi abbiamo scelto la stessa citazione di “Arma Letale” per parlare di due cose diversissime (la tua sicuramente più seria) è fenomenale!XD
Secondo il mio modesto avviso…in sharing è meglio non avere niente, né la car, né i feelings. Tantomeno i kids.
Più sering del treno… Però posso aggiungere una tigelliera di ghisa in uso congiunto tra tre famiglie
Al momento, data l’età che avanza, comincio a trovare interessanti fenomeni come la badante di condominio, ovvero le nuove frontiere dello sharing!!! :-O 😀
quella del trapano è un’ideona! quanto ai sentimenti, inutile applicare loro le stesse categorie che riserviamo a auto e case, temo vivano felicemente di vita propria (e quelli condivisi sono spesso i meglio riusciti!)
Ok. sono vecchia pure io, stando al tuo sillogismo 🙂
beh… non so quanti anni hai tu. io ne ho 36, ma mi sento decrepita, stando a queste cose che hai detto! le sensazioni sono mie e baste. Le condivido, ma non le sharo (?)!
troppo troppo troppomodernismo! son daccordo con te!
Sei una fanciullina! 🙂
eh… mo addirittura! però so vecia rispetto alle cose che hai detto tu!