Questa storia vuole essere raccontata di nuovo. Ne parlavo qualche giorno fa con chi mi diede lo spunto per raccontarla, poi in questi giorni di dialogo Cuba America ho riletto la frase del Che che era l’incipit della storia. E oggi, tornando a casa, la radio ha passato Can’t find my way home, che ogni volta mi fa piangere da quant’è bella. Tre indizzi fanno una prova e quindi ve la ripropongo
Un giorno, sebbene i nostri ricordi siano una vela più lontana dell’orizzonte e il tuo ricordo sia una nave incagliata nella mia memoria, spunterà l’aurora per gridare con stupore vedendo i fratelli rossi all’orizzonte camminare gioiosi verso l’avvenire. (Ernesto Guevara)
C’è un qualcosa che ci appartiene dentro le strade che ci portano nei luoghi in cui ci sentiamo a casa. E’ come se la casa allargasse i suoi confini e cominciasse ad esserci molto prima di dov’è realmente. Un po’ come i ricordi. La memoria di un fatto comincia dai profumi, dai sapori, dai suoni che l’accompagnavano allora. Che quando risentiamo ci riportano indietro al momento in cui li abbiamo vissuti per la prima volta.
Le 5 e 30, Angelo sta alzando la serranda del bar, come ogni mattina. Una serranda pesante come i ricordi, che ogni mattina solleva sul cielo di Milano per provare a raccontarsi un futuro diverso…
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