Per dare i voti, mica bisogna per forza entrare in convento

Sì, lo so? Sembra il titolo di un post di quel gattaccio di Gintoki, ma del resto è arrivata l’estate, ricompare la settimana enigmistica, finiscono le scuole, qualcuno ha la maturità (mia figlia, ad esempio) ed è tempo di voti. Come forse ho già scritto altre volte, se rinasco voglio fare l’insegnante. A parte i due mesi di ferie estive e le vacanze a Natale, Pasqua e altre feste comandate, penso che sia uno di quei mestieri che danno grandi soddisfazioni. Poter dare qualcosa, stimolare e far nascere delle domande, provare a individuare delle risposte. Cosa può rendere più soddisfatti di se stessi e del proprio lavoro?

Da una parte, con la poca modestia che mi contraddistingue penso che sarei stato un bravo insegnante. Sicuramente ci avrei messo molta più passione di quanta ne metto nell’attuale attività. Sarei stato molto curioso, avrei cercato di far emergere quello che i ragazzi hanno dentro, piuttosto che cercare di riempirli di teorie o opinioni mie.

D’altra parte, conoscendomi,  penso pure che non sarei stato bravo al momento delle valutazioni. Tendo un po’ troppo ad empatizzare con chi mi sta di fronte, a cercare di comprendere il suo punto di vista e magari a dare una motivazione alle mancanze. No, a dare i voti non sarei stato bravo.

Soprattutto non sarei stato obiettivo. Non credo che sarei stato capace a scindere la persona, la sua storia, il suo modo di essere, dalle sue conoscenze. A uno antipatico gli avrei fatto domande più difficili. A uno capace di stupirmi avrei dato senz’altro un voto in più.

Ma del resto, è proprio così fondamentale dare i voti? A parte quella capra (da non confondere con il Caproni!) della nostra sindaca, che si è autoassegnata un bel sette e mezzo (!), nel mondo reale, chi dà ancora importanza ai voti? Neanche le Università si fidano dei voti, altrimenti perchè farebbero i test di ingresso?

Forse il proverbio “ultimi a scuola, primi nella vita” è un po’ troppo superficiale e banale (come tutti i proverbi), però è vero pure che forse la scuola deve insegnare anche cose a cui dare in voto è impossibile.

E allora, forse sarei stato anche io un insegnante decente!

9 thoughts on “Per dare i voti, mica bisogna per forza entrare in convento

  1. Grande titolo!

    Anche io a volte mi penso come insegnante e ho fatto le tue stesse considerazioni. Agli antipatici avrei fatto domande difficili, io mi sono immaginato come docente o assistente universitario durante le sessioni. Quando si presenterebbero quelli che studiano tutto a memoria senza comprender nulla della materia nello specifico, io comincerei a fare domande con contorcimenti logici arditi per metterli in difficoltà…

  2. Hai ragione, il voto non dà nessuna indicazione sul tipo di persona che hai di fronte: anche se fosse completamente oggettivo, direbbe solo quanto abbia studiato e come in quella data circostanza. Lasciamo poi da parte il fatto che spesso non c’è oggettività, anche per le tue motivazioni – che sarebbero le più innocue, tra l’altro: ci sono istituti privati poco seri in cui basta pagare qualcosa in più per vedere promosso il proprio pargolo poco incline a capire più di centoquaranta caratteri… Eh no, dare voti è difficile quasi come prenderli 😉

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