Sarebbe bello pensare che si tratti di ignoranza, che quei 4 mentecatti che hanno messo quegli adesivi non sapessero la storia di una quindicenne morta in un campo di concentramento. Sarebbe comodo pensare che si tratti di un fenomeno confinato dentro le curve degli stadi, come se poi i 4 mentecatti negli altri sei giorni della settimana frequentassero oratori e biblioteche, magari servendo alle mense della Caritas. Per qualcuno poi è persino conveniente pensare che i 4 mentecatti in questione non possano che essere laziali, brutti e cattivi per default.
La verità è che le curve degli stadi, quelle di Lazio e Roma come quelle juventine (ricordate gli insulti ai morti di Superga?) o toriniste (il dileggio dei morti dell’Heysel) sono semplicemente la cartina di tornasole per capire a che livello siano arrivati i seminatori di odio. Altro ché ignoranza! I razzisti decerebrati conoscono benissimo la storia e coscientemente inneggiano all’orrore, dileggiano i morti e si vantano di voler distruggere l’avversario. Ma non è un fenomeno da stadio, perché lo si ritrova per le strade, nelle risse del sabato sera, nei barboni picchiati, negli insulti social a Bebe Vio, negli slogan razzisti di alcuni politici, non solo della Lega. Possiamo chiudere tutte le curve del mondo, troveranno altri palcoscenici, maschereranno il loro odio dietro nuovi slogan. Magari lascerebbero in pace la mia Lazio, ma questo temo sarebbe solo l’unico vantaggio.
Per questo non basta neanche più l’impegno giornaliero delle persone comuni: praticare atti di gentilezza a caso resta un imperativo categorico che ognuno di noi dovrebbe prefissarsi nell’arco della giornata. Alla lunga produrrà i suoi effetti, ma nel breve io penso che lo Stato debba cominciare a muoversi, debba cominciare a reprimere sul serio. Certe “opinioni” non possono essere più tollerate. Il 28 ottobre si avvicina, vogliamo far passare per goliardica anche la marcia su Roma? Vogliamo continuare a pensare che siano solo quei quattro poveri mentecatti di cui sopra? Sono certamente mentecatti, ma temo non siano più solamente in quattro e probabilmente, continuando a sminuire il fenomeno, o peggio a strumentalizzarlo, ce li ritroveremo in Parlamento, come già succede in Germania o in Austria.
E poi a partire da subito, il bonus cultura per i diciottenni lo impiegherei per una visita a Birkenau obbligatoria per tutte le ultime classi dei licei: non puoi fare la maturità se non sei stato una volta lì. Forse qualcosa comincerebbe a cambiare.
Sai qual è il dramma? Che il potere, quello vero, quello serio, è in mano ad altr’e tanti mentecatti, forse solo un po’ meno numerosi, che useranno questo episodio odioso per reprimere chi non c’entra. È un classico. Sinceramente io temo di più questa seconda ipotesi, perché alla fine aveva ragione un vecchio dirigente del PCI, tale Lelio Basso: per il quale, se avessimo aspettato che il fascismo si ripresentasse identico all’ultima volta, avremmo aspettato per decenni fino alla sua presa del potere. Io ho il sospetto, neanche tanto ingigantito, che ci siamo, e che i partitelli di estrema destra vi entrino molto meno delle grandi banche d’affari che soffocano il mondo.
Ma forse sono ragazzetti quindicenni….speriamo siano recuperabili invece!
ma di ignoranza si tratta, quella mentale e sentimentale, ignoranti anaffettivi e superficiali e purtroppo non relegati nei confini degli stadi ma sparpagliati ovunque e infestanti come la gramigna.
Mi auguro tu abbia ragione…
Concordo su tutto quello che hai scritto. Ciò che è successo allo stadio però non è che la punta dell’iceberg. Non è certo portandoli a Birkenau che si risolverà qualcosa. Quelli sono marci dentro, irrecuperabili.
Una tristezza infinita! Io davvero non ci volevo credere all’inizio, perché mi rifiutavo anche solo di immaginare che la gente potesse arrivare a fare una cosa del genere. E invece, mi sono dovuta ricredere perché purtroppo sì, qualcuno ha osato tanto.
Si pero’ va anche detto che il vostro presidente ha preferito andare a braccetto con questi tizi che fanno queste cose. Saprai sicuramente come e’ scoppiata la pace tra lotito e curva nord l’ anno scorso dopo anni di screzi…e potrai immaginare cosa abbia portato le due parti ad essere in amicizia…
pallotta dal punto di vista sportivo e’ stando un disastro ma almeno ha avuto il coraggio di chiamare alcuni esponenti della sud fucking idiots. Magari lo facesse anche il moralista Lotito forse sarebbe meglio…
Sinceramente sono sconcertato. Questa è l’ultima di una serie. E ahimé continueranno.
Non è un fatto da sminuire come opera dei soliti mentecatti-decerebrati tifosi di una curva (peraltro già noti nell’ambiente). Inizia così: lento, strisciante poi arriva al Parlamento.
Vedi come in Francia, Germania, Austria sono ritornati in auge movimenti e partiti che hanno compiuto disastri ed efferatezze terribili e il loro ritorno è solo dopo poco più di 50 anni, il tempo di una generazione: non c’è nemmeno l’attenuante del perdere la memoria per il tanto tempo trascorso.
Concordo con te: vanno denunciati dai media, messi alla gogna, ridotti in cenere, perseguiti i trasgressori con pene amministrative e pecuniarie, cancellate scritte sui muri, manifesti…Sottovalutare questi elementi e sminuirli è avallarne il loro lento sollevarsi dalla melma in cui oggi forse si trovano a posizioni più pericolose.
In Italia abbiamo avuto le leggi razziali e nella strada dove abito, sul marciapiede davanti all’entrata di alcuni palazzi, vi sono delle piccole piastrelle in metallo che riportano i nomi delle persone che vi abitavano e che non ci sono più perché deportate nei campi di sterminio. Andatelo a dire a queste famiglie.
Anna Frank, poi, è davvero una vergogna insozzare la memoria di una ragazza che ha perso la vita così giovane. Pensate se fosse stata vostra sorella.
Vigliacchi. Omminicchi. Guappi di cartone.
Ho letto laziali giustificare quelle immagini, quindi è bello che tu, da laziale, ne prenda le distanze.
Si tratta di imbecilli, di ignoranti, non di tifosi.
E tu sei un tifoso intelligente.
Non avevo dubbi che questa triste vicenda l’avresti raccontata così.
sono molto basito rispetto a quanto è accaduto, ma non ha senso nascondersi dietro all’indignazione del gesto inaspettato. è un fatto culturale radicato, molto molto molto più grave della leggerezza di un singolo episodio.