La tempesta perfetta

Potevo fare di questa Aula sorda e grigia un bivacco di manipoli…” (B. Mussolini, 16 novembre 1922)

Un contesto politico internazionale molto confuso, legato a grandi trasformazioni e profonde crisi economiche, sociali, di valori. Che sia la fine della Grande Guerra, la caduta del Muro di Berlino o l’ondata migratoria legata ai cambiamenti climatici cambia poco.

La frammentazione delle forze politiche tradizionali, concentrate sulla gestione del potere e del malaffare, lontane dal dare risposte concrete ai problemi della gente comune. Che si chiami grande depressione, tangentopoli o altro cambia poco.

L’affermarsi di forze nuove, orgogliose della propria diversità rispetto al passato, ricche di promesse con soluzioni semplici e a portata di mano, legate alla figura del leader carismatico in grado di attrarre le folle con la sua eloquenza ed i suoi slogan risolutivi: autarchia, il milione di posti di lavoro, reddito di cittadinanza, aiutiamoli a casa loro, cambia poco.

Il Paese è sempre l’Italia, l’anno mettetelo voi, può essere il 1922, il 1991 o il 2018. Il risultato temo che cambi poco lo stesso.

3 thoughts on “La tempesta perfetta

  1. Noi non abbiamo mai imparato – ma il fatto che io lo dica presuppone che non vi sia un vero “noi” – che quella del leader è una fregatura. La democrazia vera non ha bisogno di figure carismatiche ma di partiti che abbiano ciascuno una collegialità di figure di riferimento. Soprattutto: come in uno Stato non possono essere le stesse persone a scrivere le leggi, approvarle, renderle esecutive ed emettere sentenze giudiziarie, così in un partito, chi si occupa della sua direzione non deve essere coinvolto nelle cariche pubbliche e non deve essere uno. Saremo maturi quando leggere sul simbolino “Berlusconi”, “Salvini”, “Renzi”, “Bersani”, “Alfano” – o qualunque altro nome ti salti in mente – non ci farà più caldo né freddo; quando decideremo a chi dare il voto – e già sarebbe una notizia – in base al programma; quando non ci fregherà più niente di sapere chi sarà il “premier” perché avremo imparato che quello che conta sono le Camere e i ministri, compreso il Primo, saranno un accidente trascurabile.
    Se non capiamo queste cose, avremo sui banchi del governo un altro gradasso che fungerà d’aver avuto la potenza di fuoco necessaria a “fare di quest’aula sorda e grigia un bivacco di manipoli”, prendendosi pure la libertà di lasciare a casa congiuntivi e condizionali; mentre in verità egli dovrà la sua ascesa al potere a un mancato pollice verso del re o di chi comanderà davvero in quel momento.

  2. Mia madre, nella sua semplicità di donna poco avezza a parlare di politica perché timorosa di sbagliare, direbbe: puoi chiamarla come vuoi, ma più la rimescoli più puzza…

  3. Cara suzie, tua madre, nella sua semplicità, è una donna intelligente e con straordinaria capacità di sintesi! Buona giornata a te e a Romolo. 😀 😀 😀

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